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Alfano come Fini? Per niente. (Smontiamo qualche luogo comune)

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BAGATTELLE

La crisi del berlusconismo, con l?insorgere di divisioni strategiche ed il permanere di strutture e dinamiche padronali, offre qualche spazio mediatico a Gianfranco Fini. Sono molti i paragoni, tanto tra gli osservatori quanto tra i tifosi, tra la fronda finiana (risoltasi nella scomparsa elettorale di Fli) e gli strappi dell?ala governista diversamente berlusconiana.E? chiaro che i più interessati a calcare su presunte analogie sono quanti non si discostano dall?obbedienza cieca, ai pretoriani bourlesque a difesa del corpo del Capo.I media, complice l?uscita del volume sul “ventennio berlusconiano” dell?ex-presidente della Camera, alimentano il gioco. Fini, che ha annunciato il lancio di una sua fondazione politica (Liberadestra), si gode lo strapuntino di visibilità.

Vale la pena porsi due domande. La prima: davvero il paragone è possibile? La seconda: cosa c?entra il Fini di oggi con il farefuturismo del controcanto (e della scissione)?

Sono ben pochi, se stiamo sui contenuti, i punti di somiglianza tra il finismo e l?opzione grancoalizionista di Alfano e soci.Intanto – non è detto che sia un bene! – le colombe non pongono in discussione la leadership di Berlusconi, piuttosto collocano nel futuro (il successore) il tema. L?operazione finiana non ha mai nascosto un?opposizione radicale alla costruzione berlusconiana, giungendo ad attaccare il conflitto d?interesse e la situazione processuale del Cavaliere.Una profonda distinzione ? confermando, tra l?altro, quanto certe collocazioni furono strumentali ? sui principi non negoziabili. Il fronte alfaniano è sostanzialmente il prosecutore (nelle personalità più consapevoli) della destra ruiniana. Mentre è il turboberlusconiano Galan ad esprimere favore per matrimoni ed adozioni omosex.A porre rotture culturali a strumento di contrapposizioni politiche è, paradossalmente, il fronte iperberlusconiano. L?ala governista è europopolare in chiave catpop (se non neocon).

Per altro, eccoci alla seconda questione, il Fini di oggi è ben meno di quell?eretico che si poneva l?obiettivo di superare la destra (non senza appiattimenti alla mentalità radicale di massa). Torna ad applicarsi l?etichetta di destra (per quanto una destra legalitaria, libertaria e relativista). Torna a perorare un fusionismo pronto a patteggiare con lo spirito dei tempi. L?unico nemico è Berlusconi (per altro Capo molto esteticamente missino).

Parzialmente, Fini ed Alfano, condividono la richiesta della mutazione democratica della monarchia leaderistica di Berlusconi. Nulla più.Fini non ha ucciso Berlusconi, Alfano pare non sentirsi di farlo.

Marco Margrita@mc_margita

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Redazione Elzeviro.eu

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