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L’incontrollabilità del figlio del fuoco e del vento

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Continuando sull’onda dell’analisi introspettiva dei sentimenti e deviando dai nostri consueti interessi politici rivolgiamo per una seconda volta l’attenzione al mondo dell’intimo sentimento che muove il mondo, esso, insieme all’odio, più di ogni altra inclinazione o virtù. Eros si manifesta forza creatrice dell’universo stando a quanto ci tramanda Esiodo. Una divinità che precede quelle dell’Olimpo, una divinità che si prepone al mondo e ne garantisce la conservazione e la perpetuazione.

Nemico ostinato dell’intelligenza e del ragionamento, Eros, figlio del fuoco e del vento (degli dei Ares e Zefiro), è caldo ed evanescente allo stesso tempo, s’infiamma come un fuoco di paglia e lascia bruciati, ma capita che distrugga intere regioni del mondo, nonché dell’anima, e renda fredda, deserta e desolata la landa dello spirito dell’uomo. Da Eros sgorgano e crescono tanto la vacuità, quanto l’altezza più assoluta dell’arte e della musica; da Eros nascono sia la tranquillità, sia l’agitazione. Per dirla in termini profani: sia il relax, sia lo stress si sviluppano dalla placidità o dall’irruenza che si manifesta in noi a causa di Amore.

Quando il sentimento infuso da Eros si sviluppa in una coppia che si acqueta, la placidità ed il relax regnano sovrani, senza l’ombra dell’ironia e senza litigi; purtuttavia questo non è più amore. E’ come un sonno senza sogni: la conduzione di un sentimento senza infamia né lode. Ciò non può però perpetrarsi a lungo poiché significherebbe vivere nella mediocrità. Il figlio del vento e del fuoco viene e va a causa della pioggia o del vento che gonfia le ali della fiamma che spazza via tutto di fronte ad avvenimenti che non possono lasciare imperturbabili gli animi. Non è possibile controllarlo, figlio inquieto di cotanti genitori. E chiunque ci provi e s’illuda di avere successo non potrà invero vantare il successo su amore, ma potrà ottenere, nel lungo periodo, un discreto risultato nell’alveo dell’odio.

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Redazione Elzeviro.eu

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