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Lo strafalcione e le scuse della Gazzetta

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Con tutta probabilità, partire in quarta con invettive di “contro-vergogna” sarebbe fuori luogo. Così come sarebbe altrettanto scorretto inasprirsi e formulare teorie cospirazioniste a sfondo politico. Lo strafalcione dei giornalisti della Gazzetta dello Sportnel singolo caso, è stato molto più banalmente frutto di un lavoro svolto in maniera approssimativa, per non dire con i piedi.

Per chi si fosse sintonizzato solo in questo istante, i nostri cari pennivendoli in rosaieri hanno pubblicato una didascalia che recitava in modo tonante “I vergognosi striscioni degli ultrà della Lazio contro il Borussia M.”. A dirla tutta, la foto ritraeva sì un paio di striscioni esposti dalla curva nord, cuore pulsante del tifo biancoceleste, peccato che inneggiassero inequivocabilmente (“Nel ricordo non li hanno uccisi?onore ai martiri delle foibe.”) al ricordo dei martiri e degli esuli giuliani, dalmati ed istriani.

A testimonianza della “buona fede” che ha portato a questa gaffe tragicomica, i gazzettari non hanno perso tempo, presentando già nell? edizione odierna un trafiletto di scuse ed ammettendo senza troppi giri di parole il loro errore. Volendo essere oltremodo pistini, potremmo sorridere, riflettendo sull? ubicazione non troppo visibile del mea culpa, ma passiamo oltre. D? altronde, come biasimarli? Si tratta di un tale abbaglio che avrebbe fatto arrossire perfino i già rossissimi redattori del Manifesto o dell? Unità.

Tuttavia, ciò che ci getta inesorabilmente nello sconforto è la maledizione che da troppi anni, per non dire decenni e non dire ancora ¾ di secolo, accompagna uno degli eventi più drammatici della nostra storia unitaria. Nella buona o nella mala fede, sembra persistere per effetto di un perverso sortilegio un? invisibile transenna, che  impedisce a questoabominio storico di raggiungere la memoria degli italiani.

Ovviamente, l? ignoranza più totale e dilagante della popolazione riguardo all? eccidio, ai massacri e all? esodo di migliaia dinostri connazionali non è imputabile ad errori pacchiani come quello di ieri; bensì ad un reiterato rifiuto del ricordo da parte delle istituzioni, di una branca della cultura italiota e delle nostre strutture scolastiche. Ma è proprio a causa di questi errori brutali che determinate disattenzioni non sono tollerabili ed un trafiletto di scuse non può certo bastare.

Klement

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Redazione Elzeviro.eu

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