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Cerci al Milan: il retorico entusiasmo da social nel mare magnum del mercanteggiare calcistico

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In questi tempi di mercanteggiare calcistico, dove lo sport è solo lo sfocato sottofondo di gossip e malaffare, non dovrebbe stupire più di tanto il comportamento dell’ex stella del Torino Alessio Cerci.
Il ventisettenne attaccante della Nazionale esploso l’anno scorso col Toro, segnando con Immobile una caterva di gol e trascinando i granata in Europa dopo vent’anni, è poi subito scappato a Madrid, sponda Atletico. Qui, come Immobile a Dortmund, ha fatto tanta panchina e poche prestazioni scialbe. Prima di recarsi a Madrid ha colpito molto lo status postato dalla sua fidanzata, che attaccava la serie A e salutava tutti con alterigia dicendo: “ce ne andiamo nel calcio che conta”.
Il calcio che conta ha tirato una pedata (un calcio, appunto), al suo uomo e la signorina, armi e bagagli, ritorna a Milano, con tanto di tweet felice e contento… Come se i tifosi fossero totalmente rincoglioniti.

Il Milan non ha preso un nuovo Donadoni, ma comunque un calciatore molto abile e che fa girare la palla, dando impulso al gioco. Quando non segna, Cerci è un vero assist-man. La sua riconciliazione con i tifosi del toro è in parte giunta allorché si è fatto tatuare il risultato (2-1) della partita di ritorno con il Genoa, vinta 2-1 con due gol (Immobile e Cerci) negli ultimi minuti e secondi. Addirittura i granata hanno sperato in un fantomatico e mai realizzato prestito dall’Atletico… Ora Cerci scrive che attendeva il Milan quale epilogo del suo girovagare, ma ciò appare senz’altro come una sciatteria: è vero che il Milan si era interessato a Cerci già nella prima vendita del giocatore da parte di Urbano Cairo, ma Cerci (con consorte) ha scelto la Spagna e proprio quella Liga che, se l’avesse fagocitato apprezzando il suo stile di gioco, lo avrebbe lanciato come stella internazionale e la storiella del Milan come obbiettivo ultimo sarebbe andata a farsi benedire.

E quello di Cerci è ancora uno dei casi di fair-play per quanto riguarda i trasferimenti: molti calciatori miliardari amano sputare nel piatto in cui hanno mangiatosi pensi al nomade Ibra, o al recente diniego di Tevez riguardo all’allungamento del contratto coi bianconeri, proprio mentre il rapporto sembrava andare avanti a ostriche e champagne.

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Redazione Elzeviro.eu

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