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Il nuovo calcioscommesse e il concorso esterno in associazione mediatica

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Scoppia un altro turbinio di indagini, nomi lanciati al vento e perquisizioni notturne, un copione già scritto, recitato e ben collaudato.

Purtroppo sono sempre loro, i media, a farla da padroni. Quando invece dovrebbero essere le sentenze, quelle definitive, a dire non solo l’ultima ma anche la prima parola di un’indagine ecco che i media riescono a ritagliarsi un ruolo da protagonisti a suon di sgomitate ben assestate.

Stavolta sono addirittura cinquanta le partite indagate dello scorso campionato, trenta invece quelle delle scorse stagioni in cui vi è stato un contatto tra Civ (Francesco Bazzani, uno dei quattro arrestati di ieri) e calciatori e dirigenti delle società sportive. La procura di Cremona spara numeri grossi e le maggiori testate nazionali gongolano, visibilmente eccitate di incrementare lo share in uggiose giornate di avvicinamento alla sosta natalizia.

Un po’ di carne sul fuoco non guasta mai ed ecco che compaiono due nomi importanti per dare risalto alla vicenda: sono quelli di Rino Gattuso e Cristian Brocchi. Entrambi risultano nella lista degli indagati della procura di Cremona, perché erano in contatto con tale Bazzani prima di alcuni incontri di Serie A (tra cui un Milan-Lazio del 2011 e un Lazio-Juventus del 2012). Eppure nessuno dei due è ancora stato dichiarato colpevole, anzi entrambi devono ancora passare al vaglio del primo grado di giudizio, e ricordiamo che i gradi sono tre in tutto.

Per i media è sufficiente il sospetto, come nei regimi totalitari, per mettere sulla gogna della propria carta straccia il nome di una persona che dovrebbe essere ritenuta innocente fino a prova contraria (le strategie di vendita impongono invece di riconoscere la colpevolezza anche a fronte dell’innocenza più manifesta). Questo è un copione che si ripete, un copione malato di cui sinceramente ci siamo stufati, perché ora Brocchi e Gattuso avranno per sempre un po’ di fango sul loro nome, anche se verranno prosciolti.

Così come successe a Mimmo Criscito, addirittura escluso da un Europeo che avrebbe dovuto giocare da protagonista, e così è successo anche a Stefano Mauri, assalito e distrutto da migliaia di pagine di giornali, condannato poi in primo grado per omessa denuncia (il famoso e fumoso “non poteva non sapere“) e ancora in attesa degli altri due appelli, che probabilmente ridurranno o addirittura annulleranno la pena del calciatore. Sarebbe dunque doveroso a fronte di queste ingerenze introdurre il reato di concorso esterno in associazione mediatica, in modo tale da non trasformare le paginette di qualche giornalaio in aule di tribunali pronte a distruggere l’immagine di chicchessia al primo sospiro sospetto.

In questo marasma ci si mettono di mezzo anche le procure ree di “pubblicizzare” un po’ troppo certe notizie, che sarebbe meglio tenere in cantiere per permettere alle indagini di avere un proprio corso naturale senza urla del tipo “al lupo, al lupo!”, utili solo a creare un clima di caccia alle streghe poco consono a un sistema giudiziario basato sulla civiltà.

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Redazione Elzeviro.eu

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