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Successo incoraggiante figlio di un modulo oculato

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Per quanto possa contare il mio personalissimo parere, quella andata in scena ieri sera in quel di Rio de Janeiro è stata una prova di tutto rispetto. E francamente, ritengo che qualcosa valga, essendo il sottoscritto uno dei più acerrimi detrattori dell’ attuale CT e della sua gestione, a partire dall’ estate del 2010.

Nonostante restino ancora obbligatorie un paio di prove del nove per dimostrare che non si sia trattato di una fortuita benedizione del fato, l’ aria soffiata nel “nuovo” Maracanà pare aver portato con sè lo spunto per alcuni lodevoli ed incoraggianti cambiamenti. Dopo quasi tre anni in cui un codice etico da oratorio e strazianti campagne di sensibilizzazione su integrazione, ius soli, razzismo ed oriundi (a posteriori insomma, un ghiotto antipasto della politica dell’ attuale ministro Kyenge) hanno dominato la scena rispetto alle innovazioni tattiche, finalmente il campo ha dato una piacevole soddisfazione.

Il 4-3-2-1 ha pagato e quell’ intuizione finalizzata ad infoltire il centrocampo, che alla vigilia era parsa ai più troppo rinunciataria, si è rivelata la chiave del dominio territoriale nel primo tempo e della vittoria finale. Certo il suddetto modulo, nel contesto della nostra nazionale, è stato e sarà possibile solo grazie all’ appoggio di un elemento imprescindibile: Mario Balotelli. Per quanto resti un personaggio senza troppe speranze per un possibile miglioramento intellettivo e per quanto la stampa unificata italiana continui fastidiosamente a coccolarlo ed etichettarlo come “ragazzo incompreso”, dando l’ impressione talvolta di voler tutelare una specie in via di estinzione, sussiste un dato di fatto incontestabile: è un giocatore semplicemente universale. Uno dei pochi attaccanti talmente completi da poter reggere da solo il peso dell’ intero reparto. Ed è stata proprio questa qualità di Balotelli a permettere che lo stravolgimento tattico azzardato ieri sera sia andato in porto con successo.

Certo, qualche aspetto va ancora spuntato. Innanzitutto la collocazione dei singoli all’ interno del nuovo schema, che ha visto un Marchisio decisamente troppo in affanno in un ruolo di trequartista che proprio non gli si addice e mal digerisce, per giungere al doveroso miglioramento in fase di concretizzazione. Il possesso palla operato principalmente nella metà campo messicana e le conseguenti potenziali occasioni da gol create nel primo tempo, sono state le prove di una superiorità insindacabile, ma nonostante ciò la vittoria (sudata) è arrivata grazie agli spunti dei fuoriclasse: una pennellata di Pirlo (alla presenza numero 100 con la maglia azzurra) su punizione ed una giocata in area di Balotelli da attaccante di classe superiore.

Un capitolo a parte meriterebbe l’ analisi circa il preoccupante stato di forma di alcuni elementi, su tutti Barzagli e De Rossi, sul quale però Prandelli, anche in virtù della comprensibile stanchezza causata dall’ estenuante stagione appena conclusasi, poco può fare.

Ordunque tirando le somme,  al di là di qualche piccolo neo smantellabile in corso d’ opera, questa Confederation nella terra del futbol bailado è cominciata sotto un’ ottima stella. Non resta che attendere speranzosi una prova del nove.

Klement

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Redazione Elzeviro.eu

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