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Amnistia. Una parola che trasformerebbe una manifestazione discutibile in un contributo alla pacificazione

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BAGATTELLE

Oggi, a Brescia, il PdL torna a protestare contro “la magistratura politicizzata”. Ci sarebbe poco da dire. Tutto nel normale, si fa per dire, oscillare tra lotta e governo. Nel carattere di quel Silvio Berlusconi, per cui oggi i maggiorenti del “partito” hanno inscenato il solito “bagno di folla” cacciando nei torpedoni militanti raccattati per far gli sbandieratori.

Non che il problema dell?uso politico della giustizia non esista. Altrettanto evidente l?accanimento nei confronti del Cavaliere. Ciò detto appare difficilmente comprensibile che ad una simile manifestazione partecipino ministri di un Governo di larga (e difficilmente conciliabile) coalizione.

Non sento certo mia, per merito e metodo, quella piazza. Pur non appartenendo agli ascari del giustizialismo. Mi piacerebbe, però, che nel comizio di Silvio Berlusconi facesse capolino una parola che redimerebbe questa manifestazione: amnistia.

La penso, non capita di frequente, come Vittorio Feltri, su questo. La riforma della giustizia non può escludere questo nodo, “per realizzare un?impresa di questa portata bisogna cominciare dall?amnistia, che consentirebbe di ripartire da zero“.

E prima di pronunciare questa parola, il leader che tenta di farsi statista oltre che impunito, potrebbe fare un riferimento alle drammatiche condizioni di vita nelle carceri, per cui siamo stati più volte condannati dall?Unione Europea. Magari sottolineando che i grillini sono stati celerissimi ad utilizzare il “mandato ispettivo” per visitare i cantieri della Tav, ma si sono tenuti (populisti e lisciatori del senso comune) ben lontani dalle carceri.

Non credo che questa parola sarà pronunciata. Troppo astuto, il Cav, per rinunciare alla rendita di posizione del facile securitarismo. Se invece lo fosse, pronunciata, avrebbe senso (e tanto) pure la presenza dei ministri. Il Pdl, da forza liberale, porrebbe all?attenzione del governo questa questione di civiltà. E, quello di Letta, sarebbe, ancor di più, un governo di pacificazione.

 

Marco Margrita

@mc_margrita

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Redazione Elzeviro.eu

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