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Memorie dal mio villaggio lontano. Storie e favole per grandi e piccini.

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Memorie dal mio villaggio lontano. Storie e favole per grandi e piccini.

Dana Mihaela

? 12,00

2011

Arhip Art

ISBN 978-606-8164-20-5

Spesso camminando per le strade del luogo dove siamo nati, ritroviamo ad ogni svolta un ricordo di un evento, piuttosto che di una persona. E c?è la sensazione che senza un allontanamento, temporaneo o permanente, non riusciremo mai a prendere la distanza dal passato e a vederlo in quanto tale, a crescere in fin dei conti. Ovvio che non si può stare per sempre lontani dal passato, che è ciò che siamo stati, quindi anche parte di noi stessi, e ad esso ci si ritorna, fisicamente o solo con la memoria, volontaria e non, in tutte le sue malinconiche sfumature.

Con “Memorie dal mio villaggio lontano. Storie e favole per grandi e piccini” edito da Arhip Art, Dana Mihaela compie proprio quest?operazione di ritorno alle proprie radici, poiché: «l?autrice ha cercato con le sue piccole forze di dare testimonianza: la memoria delle radici» come scrive nella prefazione il giornalista Emilio Bertolina. Il ritornare con la memoria al patrimonio favolistico che l?ha cresciuta permette all?autrice non solo di recuperare una parte di se stessa (se, come sostenuto prima, il passato è ciò che siamo stati e parte di noi ), ma anche di preservare «la radice culturale, morale, comportamentale» del proprio popolo e di farlo conoscere anche agli altri popoli. 

La particolarità di questo libro è quella dell?essere bilingua romeno-italiano. Allora la tradizione favolistica orale (perché queste sono tutte storie nate per essere raccontate) della Romania diventa un intelligente strumento di conoscenza e di avvicinamento tra culture. La favola ha due importanti caratteristiche: è semplice, breve ed immediata, ma al tempo stesso portatrice di «antiche saggezze contadine» e reperto «di un?antica cultura in cui si confondono perle di saggezza e ricordi reali». Allora con essa sarà più facile al lettore digiuno di conoscenze sulla Romania capire il modo d?essere di quel Paese, specie in un periodo come il nostro in cui, complici gli sconvolgimenti storici degli ultimi decenni, due popolazioni, diverse quanto simili per origini comuni, stanno venendo in contatto in modo non sempre pacifico.

Ecco che anche solo dando una veloce occhiata ai titoli delle favole proposte si può comprendere qualcosa. Sono vari i titoli: dalla fiaba di argomento  “contadino” come “Il pastorello” , dove questo diventa simbolo del gran cuore del popolo sempre pronto alla generosità; a “L’avarizia”, dove quel peccato diventa tangibile nella bruttezza della protagonista punita; passando per “L’orso e l’agnello” con un occhio rivolto agli animali, ma pur sempre “umanizzati”, come in ogni tradizione favolistica; o “San Nicola”, dove ritroviamo la figura meglio conosciuta in Occidente come Babbo Natale, ma comune a molti Paesi europei.

Essendo una traduzione e per di più di favole, lo stile risulta essere semplice preso direttamente dal registro medio della conversazione. Il che non è assolutamente un male, perché permette al libro di ampliare il numero di potenziali lettori in modo funzionale anche al valore conoscitivo che porta verso il mondo romeno. In più le pagine a fronte in lingua originale sono d’aiuto a chi eventualmente stesse studiando il romeno.

Un libro consigliato a chi vuole scoprire una cultura diversa attraverso una colonna portante di essa come la tradizione favolistica. Un mondo semplice, ma proprio per questo sincero; più emotivo che razionale, ma al tempo stesso magico, perché capace di affascinare con un approccio ingenuo (si badi però non banale o scontato) verso la realtà, i valori, il bene e il male. Un approccio ingenuo, in fin dei conti, come può essere l’occhio di un bambino verso il mondo, ma proprio per questo capace di affascinare anche i più grandi.

Luca V. Calcagno

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Redazione Elzeviro.eu

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