Province: si parlava di accorpamento, ma forse la parola lascia le amministrazioni provinciali più che scettiche, forse addirittura sul piede di guerra. Famosi i titoloni della stampa locale:”Parma e Piacenza mai insieme” et similia. Oggi vediamo che il provvedimento governativo cambia nei termini: abbandonato il temibile termine “accorpamento”, ecco che si fa strada la parola “riordino”.
Le regioni hanno 70 giorni (non più 40) per proporre allo Stato un piano che preveda le amministrazioni regolate secondo i criteri di estensione territoriale e di popolazione che comporterebbero l’eliminazione delle province di cui abbiamo sentito parlare nelle scorse settimane.
Ebbene oggi, col c.d. Riordino una Regione come la Liguria, che in base ai criteri di popolazione dovrebbe mantenere soltanto la provincia di Genova e l’orientale La Spezia, avrebbe la (paventata) possibilità di costituire una provincia per l’Occidente ligure, che vada ad accorpare le attuali Imperia e Savona, producendo così un’unione oppure una nuova provincia con sede accentrata (ad esempio in quel di Albenga).
Questa dilazione nei tempi e modifica del provvedimento governativo appare pertanto sensata ed opportuna, stando all’esempio di cui sopra ed ai molti altri casi analoghi sul territorio nazionale.
Freddie
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