Mesi oscuri
Falorni Simone
? 15,00
2013, 144 pp., brossura
Non è affatto semplice spaventare, né tanto meno creare una situazione di tensione che coinvolga attivamente il lettore e al tempo stesso lo porti a capire il messaggio che s?intende comunicare. Per questi motivi non si deve ritenere il genere horror secondario e meno importante. Forse tra i generi con caratteristiche più marcate è uno di quelli più impegnativi: deve sinceramente colpire il lettore.
Mesi oscuri di Simone Falorni, edito da La Riflessione, è una raccolta di 12 racconti, uno per ogni mesi dell?anno.
Occorre specificare che per quanto i 12 racconti di Mesi Oscuri possano assumere tinte horror, l?autore non propone di continuo materia paranormale; anzi diversi racconti sono del tutto plausibili come “Argo”, dove un cane geloso di un nuovo membro della propria famiglia decide di attaccare. In altri racconti, come “Panni stesi”, l?autore pesca da certe credenze popolari della sua zona, ma tacendo sulla parte più macabra, dunque lasciando solo intuire al lettore il modo in cui si è svolta la vicenda.
Le tematiche sono varie: un racconto come “Per sempre” tratta l’omofobia, mentre un altro “Il crollo della fortezza” il suicidio, o ancora “Amnesia” tocca il tema della guida in stato di ubriachezza. I temi proposti spesso assumono tinte forti, ma più che horror si potrebbe definire l’insieme di racconti una realtà allucinata.
Il sangue versato è molto minore rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare: c’è più tensione ed inquietudine. Infatti l’autore cerca di creare una situazione di disagio che si gioca nella mente del lettore che, cercando di immedesimarsi come nel breve “Dormi, Marco, dormi” basato sulla paura infantile del mostro nell’armadio, si sente per forza di cose angosciato.
Lo stile dell?autore è pulito, ma molto efficace e ben calibrato: permette di seguire la narrazione senza stancare con digressioni superflue. Vi è un certo equilibrio tra le sequenze descritte o che comunque hanno questa come funzione principale e quelle narrative e dialogiche.
Mesi oscuri è un libro che al di là del riferimento a mostri o streghe, come nel racconto “L’arco delle streghe”, non cerca solo di intrattenere, ma vuole descrivere certi moti dell’animo umano. Può accadere che questi vengano descritti ponendoli in situazioni “straordinarie” e di tensione, ma è solo una sorta di terreno ideale dove il comportamento o il punto che l’autore aveva in mente di toccare può mostrarsi ed essere studiato senza possibilità di equivoci. Una lettura per appassionati dell’horror e non solo.
Luca V. Calcagno
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