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Sempre il solito Tram Tram

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PALERMO ? Finalmente si sbocca il sistema tram di Palermo.

Come avete il tram? Certo, lo abbiamo, in deposito nuovo di zecca, ma in deposito.

I nostri tranvieri lo lucidano, gli fanno fare dei giri, in deposito, e lì resta.

Facciamo un passetto indietro, come sempre.

La ridente città di Palermo aveva un?efficiente servizio di tram elettrici, nato nel 1887 e cessato definitivamente nel 1947. Il servizio è stato poi sostituito con un sistema di autobus a motore endotermico.

Nel 2000 si incomincia a parlare di tram a Palermo. In effetti nel 2005 il progetto viene approvato, appaltato l?anno successivo. Per l?inizio dei lavori si è dovuto attendere il settembre del 2007.

Da allora i lavori tra un “tram, tram” di impasse burocratiche e per ultimo di un fermo della Corte dei Conti, sono andati avanti a singhiozzo, mettendo diverse volte a repentaglio i circa 120 posti di lavoro che erano nati con l?inizio dell?opera.

La notizia di oggi è che Santa Rosalia ha fatto il miracolo, ” il 15 luglio è il Festino“, i fondi “circa 88 milioni di ?” sono stati sbloccati e si potrà continuare nella realizzazione dell?opera.

Ma guardiamo più da vicino l?opera.

Se prendiamo a paragone il percorso della rete tranviaria ante guerra e quella moderna, la differenza è facilmente individuabile nella penetrazione della stessa all?interno del tessuto cittadino.

La rete moderna è poco estesa e con tratte indipendenti, quindi con costi aggiuntivi di depositi ed officine.

Alla fine si sviluppa per circa 15 chilometri di linea, una le quarantina di fermate, con un costo complessivo di circa 320 milioni contro i 216 milioni di euro iniziali.

Allieverà il traffico dei palermitani?

Questo non ci è dato saperlo, anche perché diceva un vecchio saggio “prima di scavare un fosso, occorre sapere dove mettere la terra scavata”.

E dove mettere le macchine dei possibili utenti del tram?

Certo la Città di Palermo ha tante necessità, i monumenti che cadono a pezzi e ci deve pensare l?Esercito a ristrutturarli (Porta Nuova), le strade da rally, e per finire, ma non da ultima, una metropolitana che non si può chiamare metropolitana, perché anche se noi ci sforziamo di chiamarla così, quando diciamo metrò, credetemi, ci scappa da ridere.

Giuseppe Morello

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Redazione Elzeviro.eu

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