“La buona sanità – ha proseguito il Dott. Castelli – deve porre le esigenze del paziente al primo posto. Noi abbiamo dimostrato che con l’iniziativa e la collaborazione degli operatori sanitari interessati, ospedalieri e terrotitoriali, è stato possibile costruire percorsi nei quali anche il medico di medicina generale viene coinvolto nel percorso di riabilitazione del paziente dimesso, fino alla completa guarigione.
E’ giusto procedere con fermezza alla eliminazione di spese irrazionali e inappropriate, per rendere più efficiente l’organizzazione dei servizi e più efficace l’utilizzo delle risorse, ma tutto ciò deve essere fatto senza penalizzare i malati attraverso una riduzione orizzontale ed indiscriminata dei servizi che non rappresenta una scelta etica e non garantisce reali risparmi. Vi sono casi reali di modelli assistenziali di successo che hanno visto protagonisti operatori ospedalieri e territoriali e che sono nati dall’intelligenza, dalla competenza e dalla buona volontà dei singoli operatori sanitari. Questi modelli possono oggi essere esportati su larga scala per riportare al centro dell’attenzione la salute dei cittadini.”
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