Abbiamo parlato di dismorfismo, di come la percezione del proprio corpo possa essere sfalsata e a volte molto lontana dalla realtà. Ricordiamo cosa s’intende per dismorfismo patologico:
‘Il soggetto affetto da dismorfismo patologico riporta un’eccessiva preoccupazione per il proprio corpo, in particolare delle proprie imperfezioni, che porta a limitarne la vita sociale, personale e lavorativa’.
Nell’attenzione maniacale verso il proprio aspetto fisico troviamo: l’uso smodato della chirurgia o in altri casi l’incipit di quello che identifica un vero e proprio DCA.
DCA è l’acronimo di ‘Disturbi del Comportamento Alimentare’ e comprende patologie quali anoressia, bulimia, Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder o BED) e Disturbi Alimentari Non Altrimenti Specificati (NAS) che fanno riferimento alle persone che presentano un disturbo alimentare evidente, ma che non soddisfano i criteri per una diagnosi piena. I DCA sono sempre più frequenti e non sempre sono facilmente riconoscibili.
I Disturbi del Comportamento Alimentare si possono manifestare in molteplici modi, sia dal punto di vista fisico che psicologico-comportamentale. Uno dei tanti campanelli d’allarme è il ‘dieting’ ovvero l’ossessione verso una dieta che, nella maggior parte dei casi, è una dieta ‘fai da te’ o trovata online. Ecco che in un momento come questo mangiare sano non dev’essere seguire i ’10 modi per rimanere in forma in quarantena’, ma ascoltare i bisogni del proprio corpo.
Avere un’alimentazione sana e regolare in un periodo come questo rappresenta una vera e propria sfida. Di certo la quarantena non aiuta, soprattutto se pensiamo a coloro che soffrono di patologie legate al comportamento alimentare. Se si vive nella costante ossessione e controllo del peso, essere costretti entro quattro mura non aiuta a sfuggire a tali pensieri ossessivi. Ricordiamo infatti che i DCA sono caratterizzati da un’alta preoccupazione per il peso e per le forme del proprio corpo che sfocia in una mania di controllo verso il cibo. L’idea di fondo è quella di essere in grado di controllare la propria fame arrivando alla privazione estrema, parlando di un disturbo come l’anoressia, che comporta enormi danni fisici e psichici. Per chi invece soffre di Binge Eating Disorders avere a disposizione ad ogni ora del giorno l’accesso alla dispensa è un’aggravante che può portare ad acuire il disturbo.
I social sono un altro problema da non sottovalutare poiché essi veicolano spesso messaggi sbagliati e possono influenzare coloro che stanno passando un momento di fragilità. Prendiamo come esempio gli adolescenti che, ora più che mai, passano intere giornate sui social media. Essi sviluppano non solo una dipendenza per la tecnologia, ma costituiscono anche le menti più facilmente plasmabili da quella che è una società che esalta una forma fisica longilinea e rasente la magrezza estrema. Ogni giorno infatti, entrando in contatto con le varie piattaforme online quali Instagram (principalmete) e Facebook, siamo soggetti ad un continuo confronto fisico. Questo porta, nella maggior parte dei casi, a sviluppare l’idea che l’essere esili e snelli sia sinonimo di ‘thin privilege’.
Oltre a vedere la magrezza come un esempio da seguire essa viene esaltata e affiancata al successo personale e lavorativo come se essa fosse un privilegio per coloro che la possiedono. Se alcune persone lucidamente comprendono che tale discriminazione non abbia ragione d’esistere, le persone che vivono una forte insicurezza si trovano a fare costantemente i conti con una forma fisica idealizzata e, per alcuni, difficilmente raggiungibile. Ecco che seguire pagine o persone che sostengono e lottano a favore del body positivity può essere un ottimo punto di partenza.
Il body positivity è un movimento che si pone a favore dell’accettazione del proprio corpo anche se esso si dissocia da quelli che sono i canoni imposti dalla società. Spesso si confonde il body positivity con l’esaltazione dell’obesità come condizione normale. Il movimento non si pone nell’ottica di giustificare un disturbo come l’obesità, ma di aiutare le persone ad accettare il proprio corpo anche se presenta ‘imperfezioni’ per quelli che sono i canoni imposti. In questo periodo imparare ad accettarsi e a non essere severi con se stessi non solo aiuta a tenere alto lo stato vitale, ma soprattutto a non cadere in delle trappole che possono poi trasformarsi in vere e proprie prigioni.
Non basterebbero manuali per toccare tutti i temi affrontati, ma una cosa è certa: accettarsi per come si è per molti è ancora una sfida. Il 15 marzo è stata la giornata di sensibilizzazione verso i disturbi alimentari che ad oggi colpiscono più di 3 milioni di persone in Italia. Ecco perché parlarne è così importante.
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