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Aumento della privacy: ecco come i big dell’high tech riparano ai danni

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Nelle ultime ore i dispositivi mobili stanno lanciando molti aggiornamenti legati alle app, soprattutto inerenti ai motori di ricerca e ai vari social network. Il motivo sta nella ricerca di un’autotutela dei colossi, più che della tutela degli utenti.

Dopo molti scandali legati alla tutela della privacy e alla protezione dei dati sensibili, qualcosa nell’aria sta cambiando. Quella in atto è una vera e propria rivoluzione nella difesa dei dati degli utenti, ma non solo. Da Google a Facebook, tutti stanno cercando di tutelarsi maggiormente e soprattuto si cerca sempre più di recuperare ciò che sembrava perso: la fiducia da parte del “cliente”.

Infatti, dopo i vari scandali che hanno coinvolto i colossi del web, in molti hanno dichiarato di non fidarsi a pieno di ciò che condividono in rete. La maggior preoccupazione è sicuramente l’uso di materiale privato ed è proprio questa angoscia che ha portato ad una minor interazione da parte del singolo utente. Ma questa paura non è certamente infondata: ricordiamo come nello scorso luglio Zuckerberg, CEO di Facebook, sia stato protagonista di un maxi-scandalo legato alla mancata protezione dei suoi 3 miliardi di utenti mensili.

La situazione sta iniziando a migliorare (o almeno così pare).

Google, per esempio, fa partire la sua svolta da YouTube: il canale di condivisione multimediale avrà una nuova funzione chiamata “auto-delete”, ovvero la possibilità di cancellare automaticamente dalla memoria la cronologia dopo un tot di mesi che l’utente stesso potrà scegliere. Inoltre, sempre Google, ha iniziato a notificare ai suoi utenti l’attività di “password checkup”: il motore di ricerca informerà autonomamente se le password connesse al pacchetto Google (Google Drive, Google Foto ecc…) dovessero risultare troppo deboli e bisognose di modifica.

Anche per quanto riguarda Zuckerberg e i suoi social network ci sono grosse novità in vista: per esempio su Instagram, ormai da qualche settimana, sono scomparsi il numero dei mi piace sotto i post, così com’è del tutto sparita la possibilità di vedere nella sezione notizie i “seguiti” e a cosa mettono mi piace i nostri amici. Tutte queste novità sono indubbiamente legate al rispetto della privacy altrui, oltrechè alle varie decisioni del GDPR (General Data Protection Regulation) del maggio 2018.

Non a caso, come riportato su “La Repubblica”, i principi base del regolamento si fondano su consenso, accesso, portabilità, notifica, sicurezza, minori e diritto all’oblio. Vengono delineate anche le sanzioni relative a tutto ciò che ha un forte peso specifico per qualsiasi tipo di azienda:

“Si inaspriscono le sanzioni amministrative pecuniarie: le multe possono arrivare fino a 10 milioni di euro o 2% del volume d’affari globale (…) oppure fino a 20 e 4% del fatturato.”

 

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Redazione Elzeviro.eu

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