Il mondo dell?high tech è in continua evoluzione.
Ma sinceramente che una stampante potesse salvare la vita sembrava impossibile.
Ma in un mondo in continua evoluzione, in cui la tecnologia è in continua evoluzione, questo è invece accaduto.
In America ad Ann Arbor, un bambino è stato salvato da una trachea stampata in 3D.
Tutto e successo al Mott Children?s Hospital dell?Università del Michigan.
Il piccolo Kaiba, di 20 mesi, era affetto da una grave malattia respiratoria, la tracheobroncomalacia (Tbm), che gli aveva causato il collasso della trachea e dei grossi bronchi.
I ricercatori dell?Università del Michigan hanno realizzato uno scheletro basandosi sulle immagini della TAC ad alta risoluzione, e quindi personalizzato, per sostenere lo sviluppo della trachea e dei bronchi del piccolo. Il supporto, è stato realizzato con un polimero semicristallino sintetico biodegradabile.
Lo scheletro della trachea è stato quindi cucito intorno alle vie respiratorie di Kaiba per espandere i bronchi e dare un supporto per aiutare la crescita corretta dell?apparato. Nel giro di tre anni sarà riassorbito dal corpo.
Al di là della notizia, sensazionale e oltremodo positiva, ha salvato la vita a un bambino e ne salverà tante altre, le frontiere aperte dalla stampa 3D sono tantissime.
Si va dalla costruzione ex novo di tessuti danneggiati dalle ustioni, alla possibile “stampa” di organi.
Quest?ultima prospettiva sembra quella che interessi maggiormente i ricercatori, ma in particolare i pazienti, costretti ad attendere per molto tempo, alle volte fatalmente, un possibile donatore.
Giuseppe Morello
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