Affari di Palazzo

Von Der Leyen monitorerà i conti italiani, ma quelli tedeschi?

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Ha colpito molto l’affermazione di Frau von der Leyen, neo eletta Presidente della Commissione Europea, in merito al debito pubblico italiano: <<Lo monitoreremo attentamente>>.

di Giuseppe Masala

E già, lo monitoreranno.
Non ha colpito l’affermazione in sé, ci siamo abituati. Ha colpito l’affermazione alla luce di quanto la Signora ha dichiarato il giorno prima nel suo discorso d’insediamento davanti al Parlamento Europeo, dove ha tenuto a precisare che il surplus con l’estero della Germania è fonte di stabilità e forza per tutta l’Unione Europea.

Ci sarebbe molto da discutere

sull’affermazione in sé, davvero azzardata, visto che i disequilibri con l’estero – da che mondo e mondo- come sottolinearono anche i Saggi di Bretton Woods, portano a conflitti armati. Ma ciò che preme è il combinato disposto di queste due affermazioni in relazione all’Italia. Vantando il surplus con l’estero tedesco la Signora ha dimostrato di conoscere la materia, e dunque non può essergli sfuggita la situazione italiana sotto questo aspetto.

La nostra Posizione Finanziaria Netta è in sostanziale pareggio, ciò significa che compensiamo gli investimenti e i prestiti provenienti dall’estero in Italia con altrettanti investimenti e crediti verso l’estero di capitali italiani.
Continuare a battere sul debito pubblico italiano, alla luce di questo fatto, come fa la von der Leyen significa sostanzialmente due cose: primo pretendere di strozzare l’economia italiana, anche quella privata (perché pure il settore privato non può competere senza investimenti pubblici) e secondo significa pretendere che il risparmio italiano continui ad essere impiegato all’estero e dati i tassi di interesse in essere nel Nord Europa significa di fatto sottoporre a patrimoniale reale i risparmi italiani.

In altri termini vogliono razziarci

Senza contare il fatto che se i conti con l’estero sono a posto significa che il nostro debito pubblico è debito nei confronti di noi stessi. Pura partita di giro che non riguarda l’estero. Ma tutto fa brodo per tenerci sotto schiaffo. Questa è malafede, non c’è dubbio, è malafede.

E da qui non si scappa. I tedeschi da cento anni portano avanti lo stesso progetto che vuole l’egemonia germanica in Europa.
Iniziò nel 1914 il Cancelliere Theobald von Bethmann-Hollweg con il cosiddetto “Programma di Settembre“. Continuò Hitler negli anni trenta con quello che è comunemente noto come “Piano Funk“. Il primo aveva come base ideologica il militarismo prussiano e il pangermanesimo. Il secondo aveva come copertura ideologica il razzismo scientifico che voleva il folk tedesco come razza superiore.
E ora ci risiamo con questa stramaledetta unione europoide. Solo che questa volta la copertura ideologica è umanitarista, immigrazionista (come schiavi eh, sono sempre africani) e apparentemente pacifista.

Non ce ne facciamo una ragione su come sia stato possibile che per la terza volta l’Europa sia finita a piedi uniti nel trappolone tedesco. Non è finita bene le prime due volte e non finirà bene probabilmente manco questa volta. Presto o tardi chi è europoide (a queste condizioni inaccettabili) si pentirà.

 

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Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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