L’ironia amara, presente nel tweet del direttore, è forse scaturita dal ricordo dei giorni passati in terapia intensiva per Covid-19. Egli era stato ricoverato ad Ottobre, dove ha avuto un’esperienza diretta con questo male invisibile che ha segnato l’intero 2020.
I giorni di ricovero avevano fatto luce anche sulla cattiva gestione del virus. Non a caso, da quel momento in poi, Giannini si è scagliato contro il modus operandi di Alessio D’Amato, assessore della Sanità della Regione Lazio contro la pandemia.
Nulla giustifica però le parole alquanto discutibili del direttore de “La Stampa”, che sono state aspramente criticate da personaggi pubblici di diversa estrazione culturale e politica. Il regista e coreografo Luciano Cannito ad esempio ha tuonato:
“Ma si può scrivere in un post “buon Covid a tutti !” Quand’anche stessero sbagliando (c’è una legge che permette a qualcuno di andare in una strada e ad altri no ?), è su queste basi che risolveremo i problemi ? Augurando il male agli altri?“.
Pensiero condiviso anche dal controverso Chef Rubio:
“No, non si può scrivere, è una delle regole del twitter, per la quale molti sono stati sanzionati. Vedremo se, come al solito, le regole si interpretano o se valgono per tutti. “non puoi desiderare o sperare che qualcuno venga danneggiato fisicamente”.
Senza dimenticare Martino Loiacono (“Restiamo umani, dall’alto della nostra superiorità etica, morale e culturale”) e Maria Candida:
“Se permetti di uscire, la gente esce. Mai ho smesso di essere prudente. Ma focalizzarsi su comportamenti individuali, e stare in silenzio sull’inesistenza del piano dei trasporti, tra le cause vere della seconda ondata, è, quantomeno, parziale”.
Le segnalazioni di file all’esterno dei negozi e di gente ammassata nei locali per pranzi e aperitivi arrivano dai centri di tutte le città italiane. Come era ampiamente prevedibile, le misure prese con l’ultimo DPCM hanno portato ad un sovraffollamento nelle vie dello shopping dal Nord al Sud dell’Italia.
Una “boccata d’ossigeno per il commercio”, secondo il presidente di Confcommercio Napoli. Un’iniezione di linfa vitale che tuttavia, mal si concilia con l’emergenza sanitaria in atto.
A pochi giorni dalla promozione a zona gialla accordata a diverse regioni, il governo corre già ai ripari studiando nuove restrizioni. La curva epidemiologica potrebbe impennare ancora una volta e portare a una terza ondata proprio a causa di questi affollamenti (dopotutto “legittimi”), ma siamo sicuri che sia la popolazione a dover salire sul banco degli imputati?
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