Di fatto, quindi, Michele Emiliano ha sconfessato se stesso.
Dopo una campagna elettorale in cui altro non si è fatto che portare in giro Lopalco come fosse la statua di San Nicola in processione, averlo nominato assessore in pectore prima ancora di vincere le elezioni, e presentandolo ai pugliesi come l’esperto, il professionista più capace sulla piazza, l’uomo che avrebbe gestito e risolto efficacemente l’emergenza Covid, lo allontana in silenzio per manifesta incapacità.
Commissariando la gestione della pandemia e della campagna vaccinale.
Perché se Lopalco ha miseramente fallito, allora ha fallito anche la Regione Puglia. Primo fra tutti il suo presidente. Colui che l’ha fortemente voluto in quel ruolo, affidato in pompa magna con tanto di fanfare e concerti rock nei parcheggi degli ospedali, costruendo un’intera campagna elettorale sulla sua figura.
Ecco perché se Michele Emiliano avesse ancora un briciolo di dignità politica, il primo a dimettersi dovrebbe essere proprio lui.
Con buona pace di tutti quelli che l’hanno sostenuto per arginare i barbari invasori.
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