The Exit

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Intervistata appena qualche giorno fa, madame Marine Le Pen stravotata dagli operai francesi, sentenzia decisa che non esiste dunque più né destra né sinistra, ma che ci si deve dividere quindi in mondialisti e nazionalisti. Chi scrive avrebbe precisato fra globalisti ed identitari.

Sicuramente con le classiche parole, oggi è difficile davvero spiegare l’oligarchia al potere che ci malgoverna pretendendo pure obbedienza. Basterebbe soltanto ricordare quando nella metà dell’Ottocento le forze liberali europee erano le avanguardie dei moti rivoluzionari che combattevano anche con violenza le monarchie assolute ancora regnanti e dominanti, dopo la Restaurazione del congresso di Vienna.

Mentre nel periodo attuale, il sistema liberista pare proprio tout-court esso stesso la monarchia assoluta. Assieme alla sinistra “caviar”. Eppure tra l’enpasse e nel bel mezzo di tanta confusione, sono ora in molti gli economisti che iniziano a pensare d’uscire dal penalizzante regime dell’euro a cambi fissi, donde questo non sarebbe più da considerarsi come un crimen laesae maiestatis. Tutt’altro. Si potrebbe attuare veramente, perché da perdere non abbiamo purtroppo quasi niente.

Una certezza è altrettanto solida, come l’euro non sia più l’Orsa Minore del nostro orientamento. Vale a dire con un ceto politico che si fa pagare il “gratta e vinci” col denaro del finanziamento pubblico, non ci sono strategie economiche o tattiche da formulare che possano valere. In primis abbisogna propedeuticamente azzerare questa cricca deficitaria e parassita che ci opprime e non detiene altro progetto se non di sopravvivere per la legislatura intera!Poichè questo debito ciclopico non siamo perbacco in grado di pagarlo, se non lasciandoci la pelle. O sennò facendolo rimborsare ex abrupto a coloro i quali se lo sono intascato. Il rebus vero è con quale exit strategy si dovrebbe uscire, preparandoci a farlo nel migliore dei modi e magari di concerto con gli altri paesi finanziariamente malmessi, quelli denominati pigs. Ben venga allora un serio dibattito del genere, alquanto approfondito e con tanti intellettuali nello sviscerarlo.

Luigi Cardarelli

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