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Perduti, sconfitti, ridotti alla deiscenza di una ferita che appariva sanata. Gli italiani ieri sera sono stati colpiti nell’orgoglio. Tutti sappiamo che Latorre e Girone avevano ottenuto un permesso, dopo quello concesso a Natale, a causa delle votazioni. Ebbene era stato dichiarato a gran voce che sarebbero rimasti in patria i due militari: che questa volta se la sarebbero visti i diplomatici, che avrebbero dovuto mettere un punto a questa faccenda assurda, nella quale, ricordiamo, la giurisdizione internazionale imporrebbe che i due militari venissero giudicati in Italia. Due militari accusati di aver sparato in direzione di una barcarola non identificatasi nell’ambito di un’operazione con volontari italiani contro la pirateria nelle acque dell’oceano indiano, dove l’Italia è scesa meritoriamente in campo per aiutare la “più grande democrazia del mondo”. Il tutto è accaduto in acque internazionali. Eppure l’India si arroga il diritto di tenere i nostri militari imprigionati in attesa di un processo di una lentezza che fa concorrenza alle aule di giustizia italiane. Monti, che era andato a prelevare i due all’aeroporto come spot elettorale, è naturalmente sparito dopo il nefasto responso delle urne, ma restano le parole del suo ministro degli Esteri, l’ambasciatore che alle dimissioni non pensa nemmeno oggi, quel Terzi di Sant’Agata che ci vuole tutti rassicurare del suo grande lavoro: l’India ci ha rassicurato che i marò non subiranno la pena di morte.

Monti e Terzi
L’Italia ha perduto tutta la sua credibilità internazionale, il rispetto dovutole. Il perché di questo gesto può forse essere ravvisato nelle minacce subite dal nostro ambasciatore in quel dell’India, dove sulle prime qualche buontempone indiano aveva voluto negare che il diplomatico godesse dell’immunità diplomatica assoluta. Ebbene gli indiani, come dimostra questa vicenda, hanno una visione molto strana del diritto internazionale, ma forse prima di una reazione del tipo “facciamo come volete, vi rimandiamo subito i marò, ma non toccate l’ambasciatore”, i nostri diplomatici avrebbero dovuto pensare che la “più grande democrazia del mondo” ha anche giuristi affermati e sensati, che proprio ieri, sui quotidiani più diffusi di Bombay assicuravano come l’immunità diplomatica fosse da intendersi come assoluta. Troppo tardi, l’Italia aveva già pavidamente fatto fare le valigie ai nostri militari, sballottati e bistrattati insieme all’orgoglio della nazione tutto.

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Redazione Elzeviro.eu

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