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Ingroia sempre più solo, se ne va anche Borsellino

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Lo sguardo “imparziale” di Ingroia
Il partito del magistrato Ingroia inizia a perdere pezzi, è saltata infatti la messa in lista di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo.
Lo ha annunciato il diretto interessato proprio quest’oggi, esprimendo il suo rammarico per la mancata convergenza di vedute tra le strategie partitocratiche e le sue intenzioni. Salvatore aveva infatti proposto per le liste del partito “Rivoluzione civile” “giovani che pure hanno sempre profuso il loro impegno civile anche a sostegno di quei magistrati che, continuando ad indossare la loro toga, vanno in cerca della verità e della giustizia”.
Secondo Borsellino infatti ad essi sarebbero stati preferiti nomi e persone secondo logiche di partito, senza osservarne il proficuo impegno civile.
E Ingroia? Non smentisce nulla, anzi giustifica le scelte di poltrona come un “credere nella possibilità di mettere insieme le energie migliori della società civile e della buona politica“.
Affermazione particolare dato che il partito magistratocratico aveva nelle intenzioni quella di dotarsi di giovani volenterosi e di alto senso civico, come proprio quelli descritti da Borsellino.
Ma forse in tutto questo non c’è da stupirsi più di tanto, Ingroia più che di senso civile è sempre stato dotato di senso politico. Basti pensare che ad un solo mese e mezzo di distanza dalla sua ultima udienza, prima dell'”aspettativa per motivi elettorali“, ha rilasciato dichiarazioni decisamente connotate politicamente, riferendosi alla nascita di Forza Italia, come ad un accumularsi di interessi mafiosi.
Teoria interessante, ma pur sempre una teoria ed un personaggio che ha la pretesa di essere stato ( ma forse lo sarà di nuovo) magistrato dovrebbe conoscere la differenza tra sospetto e prova, evitando di lanciare al vento veleno giusto per saziare il primo giornalista da strapazzo.
La politica illegittima esercitata da Ingroia ha subito anche il mese scorso l’attenzione del CSM il quale ha messo alle votazioni un richiamo per la partecipazione del magistrato al Congresso del Partito dei Comunisti Italiani.
Peccato che le votazioni del CSM abbiano dato esito negativo impedendo così la scrittura del verbale nel fascicolo di Ingroia.
Qualcuno allora non ha tutti i torti quando parla di presunte simpatie politiche presenti nel Consiglio Superiore della Magistratura.
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Redazione Elzeviro.eu

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