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Guerra economica: i cinesi si ribellano allo Stato italiano

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Episodio gravissimo a Osmannoro, zona periferica del comune di Sesto Fiorentino. 300 cinesi hanno scatenato una rissa contro il personale Asl, sopraggiunto per controlli igienico-sanitari all’interno del capannone-azienda.

I cinesi giustificano la “resistenza” accusando il personale Asl di aver causato la caduta di un bambino e il conseguente ferimento. L’ipotesi, contraria, è che il bambino sia stato usato appositamente dai cinesi come fonte di provocazione per scatenare una reazione della comunità orientale durante i controlli. Il tutto perché la perquisizione del personale di Stato avrebbe ravvisato delle evidenti irregolarità all’interno dei capannoni.

La vicenda è proseguita con l’intervento della celere da una parte, e i rinforzi cinesi dall’altra, a centinaia. La comunità orientale non ha desistito nemmeno di fronte all’ingente dispiegamento delle forze dell’ordine, rispondendo con lanci di bottiglie e cocci vari e bloccando oltretutto l’operato della Croce Rossa locale.

Un episodio in tutto e per tutto simile a quello avvenuto a Milano nel 2007, quando in via Paolo Sarpi una commerciante cinese venne multata e la sua reazione scatenò una vera e propria rivolta di tutta la comunità cinese di Milano. Anche oggi come allora sono arrivate le bandiere della Repubblica Popolare Cinese, accompagnate dall’inno di Stato. Tale episodio non è grave, ma di più. E’ ormai l’emblema della guerra economica in cui ci troviamo, e all’interno della quale recitiamo il ruolo di vittime sacrificali.

Da quando il verbo del global-liberismo è diventato dogma tra gli scranni dei nostri politicanti, il nostro territorio è stato sverginato da aziende estere che ancora oggi non si sono adeguate agli standard lavorativi europei. Il lassismo del nostro Stato ha permesso che il peso economico di colossi stranieri crescesse a dismisura, consegnandogli cosi il potere e il coraggio di potersi ribellare in caso di controlli.

Il pericolo di un imperialismo economico cinese è stato sottovalutato da tutte le nostre forze politiche, comprese quelle storicamente anti immigrazione, come la Lega Nord. Esse infatti hanno sempre preferito puntare il dito contro il presunto pericolo nord africano e arabo, smistando così l’attenzione dell’opinione pubblica. Quest’episodio è inoltre preludio di quello che sarà l’orrido TTIP, se i tecnocrati di Bruxelles decideranno di farlo passare. Un simile evento rappresenta infatti la disparità di forza tra i grandi poli economici e gli Stati, costretti ormai ad un ruolo di burattini in quella che è la lotta per la futura spartizione del potere mondiale. 

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Redazione Elzeviro.eu

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