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Ridistribuzione degli immigrati: le balle di Alfano

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Che sventurati coloro che, come chi scrive, ieri sera erano sintonizzati sulla “radio mamma” a sentire lo Zapping tarocco condotto da Ruggero Po: l’illulstre ospite era il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano. L’intervista è stato uno spot governativo, con una piccola tendenza verso la fine sui cosiddetti dissidi interni alla maggioranza (Pd+Ncd) sulle unioni di fatto. Dissidi comunque, come ci ha tenuto a ricordare il presentatore, inferiori a quelli interni al Pd stesso.

Ieri, parlando di numeri, Alfano ha detto che gli immigrati (clandestini, ndr) in Italia sono soltanto 96mila. Su una popolazione vasta come quella Italiana, che ha 60 milioni di abitanti, il vicepremier si è sentito autorizzato ad utilizzare l’avverbio in questione, o pari locuzione, non ricordiamo. Quello che ricordiamo benissimo, però, è l’invito, untuosamente accettato dal dott.Po, di recarsi domattina presso Fiumicino a prender parte alla partenza di 100 (CENTO), immigrati verso la Svezia.

Il piano di ridistribuzione funziona, secondo le parole di Alfano, per merito suo che, da stampella di Letta, aveva fatto la voce grossa in Europa, costringendoli a schiacciare il chiodo della ridistribuzione. Il conduttore della trasmissione radiofonica ha precisato che il numero è un po’ esiguo, in confronto agli immigrati (migranti, per carità) ospitati dal nostro paese. Alfano, imbizzarrito di contentezza nel poter ancora fare spot pro governo, assume che entro il biennio la maggior parte dei profughi verranno redistribuiti, mentre i migranti economici, rispediti a casa.  

Peccato davvero che la realtà dei fatti sia non solo distorta, ma completamente differente
Sono infatti solo sei gli stati che hanno accettato il piano di redistribuzione che si sta cercando di porre in essere, mentre l’Unione europea è formata da ventotto entità statali. 
Il sistema di redistribuzione dei richiedenti asilo da Italia e Grecia verso gli altri Paesi Ue sta frenando poiché gli Stati non rispettano gli impegni concordati al Consiglio europeo.

Si sta assistendo a paurosi ritardi nel ricollocamento dei rifugiati in questi giorni. Come faccia Alfano ad essere sicuro che entro il biennio il piano sia posto in essere se già all’inizio gli intoppi sembrano insormontabili?
Il rischio è che i ritardi possano creare un “collo di bottiglia” nel sistema che prevede di redistribuire 160 mila persone da Italia e Grecia in due anni. Dopo i primi 19 eritrei che hanno lasciato l’Italia per la Svezia, questa settimana gli altri 100 richiedenti asilo di cui sopra dovrebbero essere trasferiti.
Finora gli unici Paesi che hanno dato la disponibilità ad accogliere i rifugiati sono Austria, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna e Svezia. 

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Redazione Elzeviro.eu

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