L’emendamento proposto dal Ministro della pubblica istruzione Marianna Madia, che prevede la valutazione diversificata sugli atenei frequentanti dai candidati ai concorsi pubblici è paradossale e rischia fortemente di danneggiare tutti coloro che non hanno potuto permettersi una carriera universitaria in atenei prestigiosi.
Considerando che nella lista delle università più in voga, le prime 15 italiane sono tutte al Nord, viene da sè che i giovani del meridione, che non hanno disponibilità economiche, saranno sfavoriti nei concorsi pubblici, a parità di voto di laurea, rispetto a chi ha avuto la possibilità di effettuare scelte diverse.
Tutto ciò inevitabilmente determinerà per la prima volta una differenziazione dei titoli di laurea tra le diverse università pubbliche, ma soprattutto provocherà un collasso dell’istruzione pubblica, facendo venir meno i principi di uguaglianza ed inclusione. Ci auguriamo che il testo dell’emendamento possa essere migliorato o addirittura modificato completamente, poiché l’istruzione è un diritto e diversificare gli atenei in base al prestigio rappresenta una discriminazione nei confronti di chi, in tempo di crisi, non ha la possibilità di permettersi le rette di università considerate tra le migliori in Italia.
Sarebbe curioso conoscere il percorso di studi seguito dal ministro e l’esperienza poltiica in campo praticata dalla stessa, vista la sua giovane età. Quale sarà l’università adatta per diventare ministri?
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