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“Il valzer delle poltrone è come la corruzione”, Di Battista dice no alla candidatura

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La candidatura come sindaco di Roma di Di Battista è sfumata. 

Alle prossime elezioni, vicine stante il voraginoso mandato che sta faticosamente portando avanti Ignazio Marino, travolto dagli scandali, con tutta probabilità non vedremo il nome di Di Battista sulla scheda. C’è un regolamento, che il M5S intende seguire alla lettera, con tanto di sferzata di Casaleggio, per il quale se si cominciano a fare eccezioni le regole perdono la loro funzione. Il cofondatore invero vede come ancora possibile la candidatura di Dibba al soglio capitolino, ma solo se la deroga provenga dalla maggioranza degli iscritti, a seguito di referendum digitale sul beppegrillo.it.

L’incompatibilità di poltrone vieta al volto più mediatico dopo Beppe Grillo nel Movimento di candidarsi a sindaco nella sua città. Dovrà terminare il suo mandato parlamentare. Invero, chi scrive crede che la costituzione del Direttorio sia già l’eccezione principe, quella che ha abolito la regola dell'”uno vale uno”, base della democrazia partecipativa (in realtà pura utopia) su cui il M5S si sarebbe voluto fondare. Di Battista, peraltro, parla oggi di ampliamento del direttorio stesso. Sarebbe dunque troppo ristretto l’organo informale che assume le decisioni generali più importanti di politica nazionale del secondo partito d’Italia e detta la linea del movimento.

Un’intervista rilasciata al Corsera svela quello che appare un meritorio rispetto delle regole da parte del deputato, che si dice contrario alle deroghe, perché “poi si finerebbe a farle su tutto”.
Nonostante la sfumata candidatura cosiddetta “eccellente“, il candidato per i cinque stelle c’è, ed è Marcello De Vito, capo del gruppo consiliare romano. Domandato a Di Battista se creda nella possibile vittoria a Roma, il deputato risponde così: «Ormai siamo una forza di programma, capace di governare e sono mesi che siamo convinti di poter quantomeno arrivare al ballottaggio nella capitale. Ci viene riconosciuta la nostra capacità di far chiarezza sui conti pubblici. Se vincessimo, il Movimento raccoglierebbe ed esaminerebbe i bilanci di tutte le partecipate e le delibere degli ultimi 20 anni». 

faltea

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Redazione Elzeviro.eu

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