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Il PD vuole a tutti i costi il TTIP

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L’incredibile trasformazione della sinistra italiana. Da Karl Marx e Antonio Gramsci siamo arrivati a Milton Friedman e Jordan Belfort (il Lupo di Wall Strett) sono questi i nuovi santini degli ex comunisti. La forza politica che dovrebbe avere come primo obiettivo l’eguaglianza sociale sceglie invece la via del capitalismo d’assalto. Molti credono che sia Renzi l’autore di tale trasformazione, in realtà questa metamorfosi è in atto da molto tempo, a partire dai tempi in cui un “economista” di nome Romano Prodi dismise l’azienda statale IRI per svenderla sul settore privato, una manovra che avrebbe fatto rabbrividire il più scaltro degli speculatori di Wall Street.

La sinistra italiana è così oggi paladina di quel tremendo TTIP, Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti, che favorirebbe unicamente gli interessi delle multinazionali americane, a discapito delle già bistrattate economie europee. L’eurodeputata PD Alessia Mosca ha dichiarato che il suo gruppo “ha infatti svolto una profonda azione di mediazione, ascoltando le preoccupazioni e le richieste dei cittadini da una parte, dall’altra, di trovare una soluzione che non compromettesse la realizzazione di un trattato dalle grandi potenzialità di crescita e sviluppo“. Così mentre il PD di Alessia Mosca “ascoltava le preoccupazioni dei cittadini”, ben 2 milioni di italiani hanno sottoscritto la petizione volta ad impedire la sciagurata approvazione del TTIP. Il PD vive ormai sulla Luna e occupa le poltrone che possiede grazie principalmente a nomine dall’alto, non di certo per voto di popolo.

Lo stesso Renzi ha la bava alla bocca per il TTIP, non volendo venir meno agli ordini del suo padron Obama, ha dichiarato che il trattato ha “l’appoggio totale e incondizionato del governo“e non solo, ma sarebbe “un gigantesco autogol” se non si riuscisse a chiudere entro la fine dell’anno. Noi ci auguriamo che il TTIP non venga mai approvato e invitiamo i nostri lettori ad apporre la loro firma sulla petizione volta ad ostacolare democraticamente lo sviluppo del trattato. Una sua eventuale approvazione porterebbe un’ulteriore dipendenza verso gli Stati Uniti sia economica che politica, oltre a creare nuova disoccupazione e non rispettare le basilari norme ambientali e sociali nel nome del profitto delle grandi multinazionali.  

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Redazione Elzeviro.eu

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