Quando il bilanciamento dei poteri dello Stato pende vertiginosamente verso una parte sola assistiamo ad una forma istituzionale particolare. E’ il caso attuale, dove l’Esecutivo cerca di tirare fuori i denti millantando una mitragliata di riforme (mitragliatore inceppato da mesi) e il parlamento sembra uno studio notarile, sia per il bollaggio semiautomatico di documenti (perlopiù redatti da terzi), sia per le esosità che richiede al popolo. In questa tetra situazione nazionale chi la fa da padrone è il terzo potere dello stato, ossia quello della Giustizia.
Assistiamo all’ennesima accusa di Giuliano Ferrara sulle pagine del suo quotidiano: in questo momento storico l’elefantino si schiera in difesa del governo Renzi e ne tesse le lodi a più riprese. Se la prende con i magistrati perché avrebbero dissotterrato, alla fine delle loro lunghe (assurdamente lunghe!) ferie un fascicolo sul padre del premier, con l’evidente(?) intento di bloccare le riforme lavoristiche in corso.
Ferrara ha scritto che i magistrati sono un partito che regola l’oligarchia italiana a suo piacimento, una sorta di massoneria (interpretazione nostra). Se la prende con le ferie lunghe, con la loro assurda onnipotenza disciplinare. Nulla da dire: il fatto che si giudichino da soli ed all’acqua di rose è cosa arcinota. Anche la libertà di inchiesta e di gettare denaro pubblico dalla finestra senza conseguenze sarebbe da analizzare a fondo, insieme ai progressi “scatti” automatici di carriera, anche quando leggiamo sui giornali che alcuni tra loro si inventano malattie e evitano di lavorare, magari perfino passando mesi e mesi in barca a vela.
Questi signori delegittimano il lavoro di quei magistrati che, a testa bassa, tutti i giorni lavorano, soprattutto nel penale, magari nel penale minorile, avendo a che fare con situazioni assurde senza perdersi d’animo, né facendosi prendere da pietismi. I magistrati però hanno fatto, per buonismo, del sistema penale in generale e dell’ordinamento penitenziario in particolare, una FARSA. Si pensi, un esempio per tutti, all’istituto della buona condotta, sempre concessa salvo che non vi sia cattiva condotta.
L’elefantino se la prende (giustamente) anche con stipendi e privilegi, tutta roba da le mille e una notte, e soprattutto di come hanno fatto fallire aziende per riconoscere dubbi diritti a singoli laddove del sistema paese e dell’economia, a molti di loro, nulla importa. Addirittura per Ferrara i giudici “hanno contribuito grandemente a distruggere, e della società italiana e delle sue libertà reali”.
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