Finito il tempo delle vacche grasse, anche per lui sta iniziando quello delle vacche magre. Non si tratta solo dei MIN (Minzolin e Mineo con i loro seguaci), ma del PIL che continua a crollare inesorabilmente. L’intoppo creato dalla scelta della Mogherini verrà superato, ma i rumors dicono che il premier s’è impuntato sulla riforma del senato (con l’aut-aut “O si vota entro l’estate o si va al voto“) per non affrontare il grave problema economico che peggiora di giorno in giorno.
I numeri parlano chiaro: debito pubblico in continuo aumento, disoccupazione galoppante e dilagante, consumi in caduta libera ed esportazioni in netto ribasso. Che lo spread rimanga basso (sui 160 punti base) non è di nessun aiuto all’economia reale, perchè nel ridurre gli interessi passivi che vengono pagati alle banche, fa calare pure gli introiti dei piccoli risparmiatori che sono costretti a consumare di meno a causa del minor reddito. Non sono le riforme costituzionali a far ripartire l’Italia ferma e paralizzata,né tantomeno una nuova legge elettorale. Occorrono persone in parlamento in grado di abbattere il “pensiero unico” europeo e globalista, che senza tante storie diano la priorità al benessere dei cittadini togliendo il potere all’alta finanza.
Non è necessario essere laureati alla “Bocconi” per capirlo, basta essere liberi ed indipendenti e non schiavi. Invece si preferisce bendare gli occhi, turare le orecchie e tappare le bocche obbedendo ai diktat dei burocrati di Bruxelles. A parlare di moneta complementare o di qualunque altra cosa che esca dai ranghi prefissati, si viene tacciati di antieuropeismo, la Troika non si tocca. Il male sta tutto lì, ma manca la volontà per curarlo drasticamente in modo definitivo senza burocrazia inutile e parole vane.
di Giuseppe Franchi N.a.a.
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