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Il Bilderberg convoca Monica Maggioni, direttrice di televisione pubblica

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Periodo caldo non solo da un punto di vista climatico, ma soprattutto da un punto di vista lobbistico: è il periodo in cui annualmente si raduna il Gruppo Bilderberg. Che voi siate complottisti o meno, visionari o razionali è innegabile che il Gruppo in questione rappresenti la negazione terrena degli astratti concetti di democrazia e trasparenza. In un mondo che si vanta sempre più d’essere moderno prodigando diritti a minoranze create appositamente ad hoc, ci si accorge sempre meno che il diritto fondamentale, quello della leggitimità popolare, se ne sta andando letteralmente a farsi benedire.

Il Gruppo composto da personalità di spicco della finanza mondiale, dell’economia, dell’industria e del giornalismo giunge alla sua 62esima edizione con il solito piglio di autoritario mistero: si è già svolto o si svoglerà (questo non ci è dato saperlo) tra la fine di maggio e l’inizio di luglio in un non meglio precisato loco danese. Pochi e selezionati i giornalisti ammessi alle riunioni del gruppo, forse perché pochi sono così fidati da non rilevare per intero ciò che viene detto durante gli incontri del Gruppo Bilderberg. L’anno scorso è stato il turno di Lilli Gruber, quest’anno è toccato invece a Monica Maggioni, direttrice di RaiNews, arrivata, come scrive Libero, in “quota” Bernabè, ovvero sotto la raccomandazione dell’ex ad e presidente di Telecom Italia.

Ora parlandoci chiaro nulla impedisce alla giornalista Maggioni di prendere parte a queste riunioni pseudo segrete, ma ricoprendo un ruolo, quello di giornalista di un’emittente pubblica, di responsabilità d’informazione verso i cittadini, dovrebbe rendere tutti partecipi di quanto successo. O almeno di una parte, o che per lo meno giustificasse la propria presenza per qualche nobile fine. Così mentre gli italiani sono costretti a recitare la parte di servili elettori (quando invece quasi la metà si astiene) per un sistema politico in parte (o completamente) asservito alle lobby economiche, le stesse che dettano l’ordine del giorno al Bilderberg, giornalisti svendono la propria professionalità proprio come fanno i loro padri/padroni politici.

Difficile dunque definire democrazia quel sistema dove politica e informazione viaggiano a braccetto contro gli interessi della popolazione.

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Redazione Elzeviro.eu

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