La nostra Bandiera garrisce al vento sui palazzi delle istituzioni, di Governo, all’ingresso delle scuole; ma molto spesso è accartocciata, come contratta dal dolore per non avere il posto che merita nel cuore di ogni italiano.
L’italiano medio si ricorda della bandiera solo in occasione degli eventi calcistici, purtroppo.
Ma al peggio non c’è fine e ieri, in occasione della celebrazione del bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri a Cattolica Eraclea in provincia di Agrigento, si è assistito ad un ulteriore degrado.
Durante la cerimonia è stata scoperta una targa a memoria del Carabiniere Domenico Barranco, ucciso nell’adempimento del proprio dovere nel maggio del 1955.
Ci sono voluti ben 55 anni per ricordare la memoria di un servitore dello Stato e della legalità, quando in Italia, si intitolano le strade a chiunque, in barba ad una legge che prevede siano trascorsi almeno 10 anni dalla morte del soggetto da ricordare.
Ma a parte questo, non pensavo di trovarmi in Iran a guardare le foto della commemorazione.
Ma, ancora più inaccettabile è, la bandiera gettata per terra come uno straccio!
Occorre una maggiore e più corretta coscienza dell’identità nazionale, a partire dai rappresentati dello Stato nelle amministrazioni locali e disseminata nelle scuole di ogni ordine e grado.
La bandiera non è un simbolo calcistico, rappresenta l’immagine della nostra Nazione, rappresenta l’immagine della nostra identità nazionale; rappresenta l’Italia.
Giuseppe Morello
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