Fra due mesi i partiti in lizza dovranno misurare le loro forze sul territorio nazionale e superare lo sbarramento del 4% da soli, diversamente rimarranno al palo. In fondo si tratta di un referendum sulla Ue, e proprio per questo motivo è auspicabile che gli astensionisti e gli indecisi ci ripensino e si rechino in massa alle urne per capire se davvero ci sono ancora in Italia persone favorevoli alle soffocanti politiche europee. Vari sondaggi indicano infatti il contario.
Purtroppo gli “aficionados” del PD continueranno a votare secondo la linea del partito (europeista fino al midollo per proprio tornaconto), rifiutandosi di ragionare con la propria testa, quindi non è neppure probabile che facciano i conti con il loro portafoglio. Berlusconi non può votare né candidarsi, quindi “Forza Italia” è costretta a presentarsi decapitata ingoiando un rospo difficilmente digeribile.
Il rottamatore per eccellenza, dal canto suo, colui che all’anagrafe risponde al nome di Matteo Renzi nato a Rignano sull’arno il 1975, parla solamente e troppo. Questo invece di usare la scure con gli stipendi e le pensioni d’oro (senza tanti commissari ordinari e straordinari), nonché ricattare la Ue dicendo lapidari: ” Se non vi va , noi ce ne andiamo da questa Unione che ci danneggia e vedremo se riuscirete a stare in piedi senza l’Italia” (uno dei fondatori ed il 2° paese manefatturiero dell’eurogruppo).
Non c’è altra via da seguire se non si vuole sparire dalla faccia della terra economicamente.
O si prende coscienza del nostro potere contrattuale di fronte a questi burocrati, o siamo finiti.
Giuseppe Franchi
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