Così ha asserito lo stesso Prodi in questi giorni, con tono trionfale e apodittico:
È nato un governo che finalmente avrà rapporti seri con l’Europa.
Ovviamente, per il signor Prodi “rapporti seri” è una perifrasi per dire “rapporti di piena subalternità”. Come li desidera, appunto, l’Europa di Maastricht e del Fiscal Compact. Un’Italia serva e sempre sull’attenti, pronta a obbedire: Bruxelles comanda, Roma esegue. Del resto, Prodi – euroinomane della prim’ora – era quello che sosteneva che, grazie alla moneta comune, sarebbe stato come lavorare un giorno in meno guadagnando come se si fosse lavorato un giorno in più. E ancora v’è chi presta ascolta a questo signore!
“La Repubblica“, voce del padronato cosmopolitico e dell’odio organizzato verso l’Italia, campeggia in questi giorni un titolo che ha dell’incredibile:
L’Europa ci farà lo sconto.
È il non plus ultra del servilismo e della subalternità. Il non detto, comunque chiarissimo, è il seguente: se saremo sufficientemente servili e mansueti, l’Europa non infierirà. Non ci tratterà, in buona sostanza, come la Grecia. Sicché – questo il corollario – occorre essere docili e servili, sempre: ché l’Europa di Maastricht è una divinità minacciosa, che solo deve essere onorata ossequiosamente.
Così ha, d’altro canto, affermato Centeno (Presidente Eurogruppo): “La flessibilità è possibile, ma rispettando le norme dell’Ue”. Insomma, guai a criticare la Ue: nessuno si azzardi più a imboccare la strada del populismo e a rivendicare quote di sovranità nazionale, dunque di democrazia.
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