Affari di Palazzo

Omicidio di Roma: ecco come il giornale di Mentana diventa sciacallo delle tragedie

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Non sono ancora chiare le dinamiche che hanno portato all’omicidio del giovane Luca Sacchi, avvenuto a Roma, eppure ci sono giornali che, come quello di Mentana, stanno già speculando sulla morte del ragazzo.

Un omicidio efferato di una persona che sembrerebbe aver preso le difese della sua fidanzata durante uno scippo. Una scena così tragica che dovrebbe portare i cronisti verso un unico obiettivo: un racconto asettico dei fatti senza lasciarsi trasportare da giudizi e retorica. Questo almeno per rispetto delle famiglie coinvolte e della giustizia che deve avere la serenità di fare il suo normale corso.

Eppure vi sono soggetti nel panorama mediatico italiano che non hanno perso tempo nello speculare su una tragedia umana, assumendo i tratti di veri e propri sciacalli. Se da una parte può essere, se non accettabile, perlomeno comprensibile, che la speculazione di una tragedia venga fatta da esponenti politici per fini elettorali, tale pratica risulta del tutto incomprensibile quando proviene da una testata giornalistica. A meno che quest’ultima non stia perseguendo dei fini diversi da quelli della semplice cronaca, e quindi più prettamente politici.

Prendiamo il caso del giornale Open diretto da Enrico Mentana

proprio un giornalista che non le manda di certo a dire a quei politici che come Matteo Salvini, talvolta cavalcano fatti di cronaca per proporre ricette politiche. E proprio dalle pagine dirette da Mentana non ci aspetteremmo mai di trovare invece un’analisi della vicenda pregna del più squallido sciacallaggio politico. In un pezzo a firma “Redazione” comparso il 24 ottobre, la penna di Open si prende il diritto, discutibile, di scartabellare il profilo Facebook del ragazzo appena deceduto, rendendo pubbliche le sue opinioni personali. Un giornalismo di certo di cattivo gusto che, per una semplice sete di click, pone sulla pubblica piazza un profilo che peraltro è accessibile a chiunque. Ma non basta.

L’anonima penna di Open ci tiene a tutti i costi ad etichettare politicamente la vittima e così scrive

“Era un giovane di idee sovraniste, come si vede chiaramente dai post sulla sua pagina Facebook”

 

facendo seguire l’istantanea di un vecchio post Facebook del ragazzo, in cui criticava le politiche migratorie di “sinistra”.

Risulta evidente

come tale dettaglio enfatizzato sia totalmente fuori contesto e non abbia niente a che vedere con quel diritto di cronaca, cui dovrebbero rifarsi tutti i professionisti del mestiere.

Si tratta di una vicenda di uno squallore unico, dove un cronista da tastiera, perché questo è, crede di fare lo scoop rovistando nella bacheca Facebook di un giovane ragazzo appena ucciso.

Come la peggior pettegola bisbetica delle commedie di Plauto, il cronista non ha vergogna nell’etichettare il ragazzo con un termine che, nella redazione di Open, è sicuramente connotato in maniera dispregiativa.

Mentana si accorgerà di questo marchiano errore?

 

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Redazione Elzeviro.eu

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