Autore: Gilberto Trombetta
Infatti, il Financial Times, in data 2 dicembre 2019, ha divulgato un nuovo esaltante – eufemismo tragicomico – dato che emerge dal modello sanitario USA. Il numero di donne morte per parto è in crescita, ha superato il dato russo (in crollo) ed è 10 volte quello italiano.
Sono gli effetti del meno Stato e più mercato, cioè gli effetti del modello liberale, il cui corrispettivo economico è il liberismo. Ma d’altronde non è una novità. Lo avevamo visto dopo il ricorso al MES da parte della Grecia (chiamarlo ancora fondo salva-Stati è un’insulto all’intelligenza delle persone).
Dopo la cura da cavallo imposta dalla troika, la mortalità infantile in Grecia è aumentata clamorosamente (un dramma senza precedenti, cui l’Italia – in settembre 2019 – ha dedicato una manifestazione di solidarietà e fratellanza di fronte all’ambasciata ellenica a Roma).
Nei primi due anni dopo la crisi, tra il 2008 e il 2010, la mortalità infantile nei primi mesi di vita dei bambini è aumentata del 43%, a causa dell’austerità, dei brutali tagli alla spesa pubblica e al dimezzamento del bilancio della Sanità, imposti dall’Unione europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Il numero dei bimbi nati morti è aumentato del 20%.
Il numero dei bambini nati sottopeso è cresciuto del 19%.
In Grecia nel 2012 ci sono stati 116.670 decessi, il numero più alto dal 1949. L’incremento del numero di decessi del 2008-2012 è attribuito all’aumento del numero di decessi negli individui più anziani, con il 12,5% e il 24,3% rispettivamente nelle persone di età compresa tra gli 80 e gli 84 anni e oltre 85 anni.
Una cifra spaventosa, una vera e propria strage degli innocenti. Che si è abbattuta con una violenza inaudita sulle fasce più deboli: bambini a anziani. Tutto questo non dovrebbe stupire. E sarebbe anche l’ora di iniziare a chiamare col proprio nome i morti dovuti alle disumane politiche di austerità: omicidio economico.
In questo studio, si dimostra come il crollo della spesa pubblica, passata da un incremento annuo del 2,20% nel periodo precedente il 2010, a tagli medi dell’1,57% nel quadriennio 2010-2014, abbia portato ad un incremento dei decessi nell’ordine delle 45.000 persone. Un aumento, nel periodo considerato, di quasi l’1% l’anno.
Occorre fare un altro piccolo passo verso il riconoscimento della dura realtà che ci hanno imposto: con il liberismo a tutti i costi, e con l’austerità che mette a posto i conti (un falsità empirica, peraltro). Quelli dovuti ai tagli ingiustificati possono essere considerati come omicidi economici, o comunque provocatori di quelli che l’economista Valerio Malvezzi ha chiamato “suicidi di Stato”: la classe politica che queste scelte le ha imposte ne è responsabile.
Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni
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