Il Ministero della Cultura di Kiev ha infatti aggiornato la lista delle persone “non gradite” e considerate pericolose per la sicurezza nazionale.
Una lunga lista nera contenente 147 persone, tra cui compare inspiegabilmente il famoso cantante pugliese Albano Carrisi, meglio conosciuto come Al Bano. Oltre a essere simbolo della canzone leggera italiana nel mondo, su tutte “Felicità”, Al Bano è diventato ora, suo malgrado, conosciuto ai piano alti del Governo ucraino. La sua colpa? Un’intervista risalente al 2014 in cui esprimeva un giudizio favorevole rispetto alla politica di Putin.
Questo è bastato a Kiev per inserire nella sua blacklist il cantante, peraltro conosciutissimo proprio nell’est Europa. La decisione ha preso tutti alla sprovvista, soprattutto l’ignaro protagonista.
È una nefandezza. Hanno preso un abbaglio, non c’è altra spiegazione. Le sembro una minaccia per la sicurezza nazionale, io? Cosa sono? Un attentatore? Un terrorista? Ma siamo seri… Cantare è il mio pregio. Se il fatto che canto può aver dato fastidio a qualcuno, non lo so. Ho tanti fan in Ucraina, ci ho cantato due volte, voglio bene a quel popolo e non mi va giù che il governo mi abbia bollato come minaccia per la sicurezza nazionale. Voglio andare fino in fondo a questa storia. Ne parlo con il mio avvocato.
Al Bano è giustamente risentito per questa immeritata macchia sulla sua carriera. Occorre ricordare come la stessa sorte fosse già capitata all’attore italiano Michele Placido, anch’egli “bannato” dall’Ucraina per aver pronunciato frasi di apprezzamento su Vladimir Putin.
Oltre alla dissennatezza delle scelte di Kiev, inspiegabilmente impaurito di poter avere un cantante italiano ultrasettantenne all’interno dei suoi confini, più di ogni altra cosa stupisce l’indifferenza dell’Unione europea rispetto a queste decisioni dai tratti liberticidi.
L’Unione europea è partner dell’Ucraina ed è il più forte sostenitore degli sforzi per costruire una democrazia e una economia stabili e prospere.
Aveva dichiarato in tempi non sospetti l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Union europea, Federica Mogherini. Pieno sostegno alla democrazia ucraina dunque, salvo poi girarsi dall’altra parte quando il Governo di Kiev prende simile provvedimenti in maniera ingiustificata e nel più libero arbitrio.
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