Sembra infatti che i giornalisti italiani abbiano trasformato un decisivo momento istituzionale in uno squallido calciomercato, dove i nomi dei politici in ballo assumono le fattezze di calciatori e i ministeri in sospeso diventano al pari di squadre di calcio.
Si tratta ancora una volta di un processo di spettacolarizzazione della politica che finisce per svilire la qualità dell’informazione, ma soprattutto per ipnotizzare la cittadinanza con argomenti frivoli, distogliendola dai temi politici fondamentali come, per esempio, il lavoro. E così qualsiasi notizia viene fagocitata dai media senza una minima riflessione, ma solo con l’intenzione di trasformare questa crisi di Governo in una grande serie TV stile Netflix.
è stato per esempio diffuso il tweet del Presidente americano Donald Trump in cui veniva elogiato il lavoro di Giuseppe Conte come Primo ministro italiano.
Guardo con apprezzamento il rispettato Primo Ministro italiano, Giuseppe Conte. Ha rappresentato l’Italia con onore al G7. Ama molto il suo Paese e lavora bene con gli Usa. Un uomo davvero talentuoso che spero rimanga Primo Ministro!
Il tweet ha immediatamente scatenato un putiferio all’interno delle redazioni giornalistiche italiane, che hanno immediatamente interpretato il messaggio di Trump come un appoggio incondizionato ad un eventuale Governo tra Movimento 5 Stelle e Pd con Giuseppe Conte come Primo Ministro.
“Crisi di Governo, anche Trump tifa per Conte”, gongola per esempio Repubblica, continuando nel pezzo con un entusiasmo quasi infantile:
Il tweet del presidente Usa mette le ali al governo bis dell”avvocato del popolo’. Il fatto che nel cinguettio il nome di battesimo del premier sia sbagliato (è stato corretto pochi minuti dopo) certifica come l’esternazione di Trump, al solito, sia assolutamente di pancia.
invece qualche attimo di riflessione, qualche secondo di approfondimento in più per capire come il messaggio di Trump non possa in nessun modo rappresentare un appoggio all’alleanza 5 Stelle Pd. Il tweet di Trump, come confermato tra l’altro dalla Cnn, è la naturale conseguenza di quanto successo al recente G7.
Il premier Conte ha infatti appoggiato gli Stati Uniti nella richiesta di reintrodurre la Russia all’interno del summit e trasformare nuovamente quella riunione in un G8. Proposta ostacolata invece dalla Germania e dalla Gran Bretagna. È questo l’unico vero motivo che ha spinto Trump a cinguettare. D’altronde sarebbe stato sufficiente ricordare l’appoggio, quello sì vero e concreto, dato da Steve Bannon, ex capo stratega di Trump, al Governo gialloverde durante la sua fase di formazione.
Insomma Trump vuole un Primo ministro italiano in grado di intraprendere una via diplomatica efficace con la Russia di Putin e il Partito Democratico, visti i proclami anti Cremlino, sembra quanto di più lontano possa esserci da questo obiettivo. Durante gli anni al Governo il Pd ha sempre appoggiato la linea dura europea di sanzioni contro la Russia e ha inoltre contribuito alla nomina di Federica Mogherini come Alto Rappresentante Ue per gli affari esteri, anch’essa promotrice delle sanzioni contro Putin.
Fermi tutti quindi, Trump non si è improvvisamente trasformato in Obama e le porte della Casa Bianca non sono più aperte al Partito Democratico.
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