È ora di dire fare chiarezza sui fatti dello scorso 8 dicembre avvenuti nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo in provincia di Ancona.
Gli ultimi aggiornamenti dicono che un 17enne è stato identificato come presunto responsabile dell’utilizzo dello spray al peperoncino. Diverse testimonianze a confermarlo, tuttavia il sospettato nega il suo coinvolgimento. In tutto questo sta passando pericolosamente in secondo piano la principale responsabilità per l’accaduto: ovvero chi ha stipato in un locale quasi il doppio delle persone consentite.
È incredibile vedere come i media mainstream, in prima fila nel descrivere una presunta regressione proibizionista posta in essere dell’attuale Governo, si siano ora scatenati contro alcool e droghe, ritenute, a torto, unica causa della tragedia.
Esattamente come successo per il crollo del Ponte Morandi c’è una pericolosa tendenza narrativa volta a sminuire la responsabilità dei soggetti privati. L’evidente lassismo su basilari procedure di sicurezza, con l’unico fine di guadagnare qualche euro in più è la principale causa della tragedia. Come a Genova si osserva una sfacciata socializzazione del rischio d’impresa a fronte di un’avida tendenza alla massimizzazione del profitto.
Fa sorridere come i cinquantenni di oggi si scandalizzino nel vedere ragazzini “drogati” e “bevuti”. Come se alla loro epoca, negli anni ‘70, si consumasse solo tè e chinotto.
È infine ora di fare una riflessione sulla profonda paura che attanaglia una società adagiata sul nichilismo consumista. Scappare in preda al panico senza aver visto o sentito pericoli concreti è indice di una società morta. I nostri nonni, abituati ai bombardamenti angloamericani, avrebbero continuato a sorseggiare il grappino invece che fuggire di fronte al nulla.
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