Entrambe le proposte di legge sono state respinte, approvate dalla maggioranza degli elettori ma non dalla maggioranza dei 26 cantoni, requisito necessario affinché l’iniziativa potesse essere approvata. La prima legge “Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente” riguardava la responsabilità delle aziende per l’impatto che hanno sulla società e sull’ambiente, frutto delle campagne delle ONG svizzere che da oltre dieci anni hanno cercato di portare alla luce questa problematica. La legge avrebbe previsto l’avvio di un’azione legale se si fossero verificate violazioni di diritti umani o danni all’ambiente da parte di una delle controllate estere di un’impresa con sede in Svizzera.
La seconda proposta “Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico” proponeva di vietare alla Banca Nazionale Svizzera di investire o concedere prestiti ad imprese il cui fatturato annuo derivasse per oltre il 5% da materiale bellico. Il paese, pur avendo già una legge che vieta finanziamenti, nonché fabbricazione e commercializzazione di armi, nel 2019 avrebbe invece investito circa 9 miliardi di dollari in aziende che producono materiale bellico.
L’opposizione alla prima legge considerava l’iniziativa una proposta dannosa per l’economia svizzera e che le imprese sarebbero colpite su due fronti: svantaggiate nella concorrenza essendo continuamente esposte al rischio di incorrere in cause legali e costi aggiuntivi per i controlli sulla catena di approvvigionamento.
Gli oppositori all’iniziativa della seconda legge invece fanno leva sulla messa in discussione dell’indipendenza della Banca centrale svizzera, limitandone la politica d’investimento. Inoltre, l’opposizione afferma che la proposta colpirebbe le piccole e medie imprese che producono componenti, ridurrebbe le entrate delle casse previdenziali e simboleggerebbe un’azione offensiva contro l’Esercito svizzero.
Per quanto concerne l’iniziativa sullo stop al coinvolgimento della svizzera nel commercio bellico, i partiti di sinistra, le ONG e diversi movimenti hanno fatto leva sull’incompatibilità della neutralità della Svizzera.
La nazione, con una densità tra le più alte di multinazionali, prende una posizione: interessi economici al primo posto, imprese più etiche e responsabili al secondo.
Il 27 sera scorso Rai 3 ha mandato in onda una puntata della trasmissione serale…
Come si fa a non rivolgere un pensiero, nella giornata della memoria delle vittime dell'Olocausto,…
"Gli avvoltoi hanno fame" e` il titolo di un film western diretto da Don Siegel…
Alla luce della visita in Italia del magnate della mobilita` elettrica, l'eclettico Musk, occorre fare…
A distanza di 5 anni dall'arresto di Sarkozy, e di dodici dai bombardamenti avallati dall'ex…
A più di vent'anni dall'invasione dell'Afghanistan, i Taliban ancora comandano nella regione. Non sarebbe stato…