Esteri

L’onestà intellettuale di quel brigante di Trump

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Per lunghi decenni i grandi potentati geopolitici, sopra di tutti gli Stati Uniti d’America dalla Prima Guerra Mondiale in poi, hanno cercato di imbellettare e indorare la pillola del neocolonialismo, dello sfruttamento delle risorse straniere e lontane dai loro confini.

Dare giustificazioni più o meno plausibili, che hanno più o meno ingannato le masse. Ma che per lo meno hanno reso possibile un contraddittorio sui veri scopi di tali avide potenze.

Il presidente degli USA Donald Trump ha suscitato scalpore quando ha giustificato l’abbandono dei Curdi a loro stessi, ossia alle grinfie della Turchia (alleato USA nell’Alleanza atlantica e secondo più grande esercito in essa). La giustificazione è stata che i curdi non avrebbero aiutato gli yankees durante la seconda guerra mondiale.

Di questo passo

si potrebbero giustificare i dazi sul commercio all’Europa col fatto che i nonni dei tedeschi di oggi erano nazisti. Ma, tralasciando l’inopportunità di un tale discorso, del tutto fuori luogo e da prendere come l’ennesima boutade del presidente sotto impeachment (non se ne farà nulla, ovviamente), si pensi al motivo dietro l’azione di abbandono dei curdi.

Quei curdi che hanno scelto l’alleato sbagliato in Siria, ora si sentono traditi.

Sembra che queste parole, che a tutta prima possono sembrare tremende, debbano essere interpretate non come la spiegazione dell’abbandono, ma come la dichiarazione che ad oggi le grandi potenze possono fare, in giro per il mondo, ciò che vogliono, ovviamente perseguendo solo interessi economici (assenti in quell’area) e giustificarle come pare a loro, anche nel più assurdo dei modi (vedi appunto la dichiarazione sui curdi e la II guerra).

Interessante è anche approfondire il conflitto di interesse di Trump in Turchia, nello specifico Istanbul, ove troneggiano due grattacieli di vetro detti Trump Towers, non direttamente posseduti dal tycoon, ma concessi a un grande uomo d’affari turco un tempo avversario, oggi luogotenente di Erdogan.

Un tempo,

per giustificare l’appoggio di dittature in sudamerica, a Panama, o pseudodemocrazie corrotte in Asia, gli Stati Uniti avrebbero intessuto le più elaborate trame e dato in pasto alla stampa le più profonde (e false) giustificazioni. Oggi si tratta soltando di esercitare un potere arbitrario, senza dover rendere conto a nessuno. E questa implicita dichiarazione “facciamo ciò che ci frega in giro per il mondo”, è soltanto un render noto qualcosa che alla fin fine si era cercato di celare per decenni, con scarsi risultati. Quindi giù il cappello per l’onestà intellettuale, brigante.

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Redazione Elzeviro.eu

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