È ammirevole come lavori certo giornalismo asservito alle logiche geopolitiche filo-Washington D.C. Il copione viene ripetuto più volte, sostituendo di volta in volta il “cattivo” di turno. Ci si chiede, d’altronde, perché cambiare quando la maggior parte delle persone continua a credere a certune mistificazioni (per dirla in gergo, fake news), su paesi lontani e con scarse fonti d’attestazione giornalistica.
Sembra che in ogni angolo del globo, chi rifiuti di sottostare allo schema valoriale e – soprattutto – di volere a stelle e strisce, diventi sistematicamente un pericolo per il mondo intiero. Invero, la piccola e temibile repubblichina è marchiata e controllata a vista dai potenti paesi confinati (Cina e Russia, con cui pure condivide un lembo di confine, verso Vladivostok).
anche recenti, che oltretutto hanno causato anche svariati morti. Questo perché taluni governi, non ostante i problemi talvolta marchiani (si pensi ai Gilet Gialli) sono considerati i “buoni”, mentre la Corea del Nord no (salvo forse per lo sprazzo dei colloqui intrattenuti con Trump). Ecco quindi che la stampa globale si strappa nuovamente le vesti in vista di un temibile pericolo nucleare, del (di nuovo) pazzo Kim, che ha come scopo ultimo la distruzione dell’umanità intiera.
sia la Corea del Nord, sia gli Stati Uniti, continueranno ad avere colloqui per arrivare ad una soluzione giusta ed equilibrata. Per far avanzare speditamente i negoziati, forse gli Stati Uniti dovrebbero considerare di eliminare le sanzioni, ciò che non è ad oggi sul tavolo delle negoziazioni. Tali sanzioni, però, contribuiscono ad affamare sostanzialmente il popolo nordcoreano.
Per quanto riguarda la stampa mainstream italiana, invece, ci si diletterà in articoli di scherno nei confronti Kim, la sua genia, sua sorella, il taglio di capelli ed il sovrappeso. Alcuni giornalisti che di geopolitica forse non sono troppo avvezzi, sono già gasati dall’eventuale fallimento dei negoziati dopo questa impasse.
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