La versione in giacca e cravatta di Maria Antonietta che occupa le stanze dell’Eliseo, continua a disprezzare e schernire le istanze del paese reale contro il caro benzina: un approccio i cui frutti si traducono nella guerriglia urbana che sta paralizzando il cuore pulsante della Francia.
È più che lecito domandarsi per quale motivo gli ambienti intellettuali che si sono lasciati persuadere da rivoltosi di ogni risma e di ogni latitudine (compresi quelli di dubbia estrazione, come i jihadisti delle primavere arabe o i finti neonazisti armati dalla Nato in Ucraina) non supportino con la medesima solerzia questa protesta.
Una protesta genuina ed apartitica, figlia del divario tra élite e classi disagiate, con la quale queste ultime chiedono a gran voce la restituzione di una dignità negata a colpi di politiche liberiste sfacciatamente inique.
Probabilmente, schierarsi con gli ultimi non è più prerogativa dei suddetti ambienti, specialmente se ciò significa sconfessare quell’enfant prodige che avevano idealmente adottato ed insignito del ruolo di argine alla deriva populista.
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