Istintivo, ma precipitoso ed oltremodo scorretto, vuoi per la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, vuoi per la drammaticità dell’evento oggetto di discussione. Pertanto, è momentaneamente doveroso limitarsi ad una fredda diffusione della notizia: in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Nola, il presidente della celebre organizzazione MamAfrica è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Gli inquirenti, sulla base della segnalazione di un operatore dello staff, sospettano che l’uomo – all’epoca della sua permanenza in Togo – abbia costretto un minore a concedere favori sessuali dietro ricatto.
Il pregiudizio minacciato, sarebbe stato l’allontanamento del giovane dalla casa famiglia nella quale aveva trovato assistenza, con il conseguente ritorno ad uno stato di fame e miseria, senza fissa dimora.
In attesa di ulteriori sviluppi, si registra la decisione della onlus di oscurare la propria pagina Facebook. La pagina, molto diffusa: mezzo milione di likes, ha sicuramente un gran valore economico e una potenza informativa non indifferente.
Vi sarà infatti forse capitato di vedere uno dei suoi post pro immigrazione, no border, etc. Alcuni post, invero, celebravano come faro guida ed esempio per l’associazione proprio quell’ormai anziano fondatore che era ancora presidente onorario.
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