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Trump si muove, ma cosa combina?

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Donald Trump non solo ha vinto le elezioni, ma ha iniziato pure rapidamente a “mantenere le promesse elettorali”. Perlomeno quelle di forte impatto mediatico.
 

Stop ai fondi per l’aborto.
Fine del Tpp (Trattato commerciale Trans Pacifico)
Depotenziamento dello Obamacare (il detestato sistema sanitario).
Rilancio del protezionismo industriale, etc..fino (in politica estera) all’acuirsi dei rapporti con il Messico per il “nuovo” (lo avevano costruito Clinton ed Obama).
Muro alla frontiera.
Sbandierato appoggio alla May per la Brexit.
Rinnovato impegno con Israele a trasferire l’ambasciata a stelle e strisce da Tel Aviv a Gerusalemme (occupata).

Nel quadro delle iniziative promesse contro migrazione e terrorismo, il divieto di ingresso negli Usa a chi provenga da Irak, Libia, Sudan, Siria, Yemen, Somalia ed Iran.

Ora, allocchi a parte, è risaputo come Trump sia legatissimo ad Israele per parentele ed affari, ma accomunare l’Iran agli stati da cui possano venire minacce terroristiche mediante i visti è solo un pretesto stupido ed indegno.

E’ necessario tenere presente che, nelle altre nazioni indicate, gran parte dei guai sono proprio conseguenza della politica estera statunitense, basata su interventi armati ed intromissioni di ogni genere negli affari interni di stati sovrani.
 

Poi, guarda caso, dall’ elenco mancano gli stati “amici” tipo Afghanistan, Egitto,Tunisia, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati… proprio quelli che hanno fornito manovalanza ad Al Qaeda prima ed a Isis dopo (Torri gemelle insegnano)…Come mai?

Semplice: è l’Iran il nemico principale di Israele, quindi lo diverrà ufficialmente pure di Trump!

Netanyahu, appoggiando assieme a BombObama i terroristi che hanno aggredito la Siria, sperava di far fuori un Presidente (Bashar Al-Assad) alleato dell’Iran e legato ai temutissimi Hezbollah libanesi.

Garantendosi così la sicurezza su quel fronte in vista di una aggressione armata contro Teheran.

Oggi, fallita parzialmente l’operazione anti Assad, il piano ha bisogno di nuovo impulso; ed ecco entrare in gioco Trump con la sua indicazione (di fatto) sull’ Iran: è una nazione da cui possono arrivare terroristi sul suolo americano.

Parificandola alle altre che hanno la “guerra in casa” (e che qualche pericolosità presentano) il buon Donald offre la sponda alle prossime mosse, diplomatiche e non. Rimetterà in gioco l’accordo sul nucleare, offrendo così all’amato Netanyahu il pretesto per bombardare le (presunte) centrali nucleari degli Ayatollah?

Attenzione però: già oggi Teheran ha posizionato le batterie di missili russi SS 300…

Vincenzo Mannello

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Redazione Elzeviro.eu

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