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Il budino Hollande si è sciolto

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Hollande non si candiderà all’Eliseo, l’ha dichiarato in diretta tv dicendosi consapevole che la sua candidatura non radunerebbe la sinistra, ma ha anche voluto ammonire l’elettorato contro i pericoli del FN e del centrodestra di Fillon: “il protezionismo e l’isolamento non sono la soluzione per il nostro paese”.

Con questa mossa a sorpresa, è la prima volta che in Francia un presidente in salute non si ricandida, si sempre più probabile una sfida tra Marine Le Pen del Front National e Fillon, per il centrodestra. La gauche non esiste. Hollande era l’ultimo barlume di possibilità ed è stato distrutto dagli eventi e dalla sua scarsa pregnanza politica. Molti sono stati i temi per i quali la sua presidenza è stata messa sotto accusa: dagli attentati alla scarsa sicurezza percepita dai cittadini francesi, da Parigi a Nizza, all’economia, all’Europa. Quel Flamby, soprannome affibiatogli da tempo e che significa budino, assurto alla candidatura per la celebre caduta nella polvere di Strauss-Khan, già favorito candidato socialista, accusato da una cameriera di New York di violenza sessuale. 

Con tutte le azioni politiche non condivisibili di Mitterand, sovra tutte la sua celebre “dottrina” con annesso diritto d’asilo ai terroristi di tutto il mondo, quest’ultimo probabilmente si è rivoltato nella tomba di fronte alla politica, spesso succube della Germania e mai veramente incisiva in politica estera, del presidente “budino” francese. Dopo ben 17 anni senza un presidente socialista, questa breve parentesi della gauche all’Eliseo può dirsi conclusa e con tutta probabilmente sarà Marine Le Pen a giocarsi le sue carte contro Fillon, ormai candidato ufficiale del centrodestra dopo la defaillance di Sarkozy, che, dice, si dedicherà alla sua famiglia.

François Hollande può vantare uno dei minimi storici in quanto a gradimento popolare, capitolato al 7% su media nazionale. Le sue azioni in politica interna sono state quasi sterili, soprattutto in tema di sicurezza, ma anche nel contesto europeo, non si è dato udire la sua voce a fronte della Brexit , della paventata Nexit, nonché delle ventate antieuropeiste che si levano prepotenti nella sua patria come in ogni nazione. Eppure il suo paese è al centro dell’Europa e a Strasburgo ha sede sia il parlamento europeo, sia il Consiglio d’Europa.

Per quanto riguarda l’economia, un nuovo record negativo di disoccupazione ha contribuito a renderlo inviso alla popolazione, insieme ad un Jobs act molto criticato e che Fillon promette di controvertere completamente, mentre il deficit spending in aumento ha fatto storcere il naso all’Europa tutta, e non senza ragione.

Una figura come quella del budino, capitato quasi per caso all’Eliseo, non è quello che ci vuole per rispondere all’avanzata nei confini europei di Isis e del terrorismo, della crisi dell’economia (le banche francesi sono sull’orlo di una crisi di nervi dal 2008) dell’uscita del partner britannico, della preponderanza schiacciante della Germania, dei venti di nazionalismo che soffiano imperiosi sul tetto del palazzo presidenziale. 

Si attende ora un presidente con le palle, espressione non necessariamente da intendersi letteralmente.

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Redazione Elzeviro.eu

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