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Il paradosso: la Francia, alleata dei sauditi, chiede indagini sui crimini di guerra russi

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#GuerrainSiria L’intervento della Francia è di quelli “senza vergogna”.

Il Ministro degli Affari Esteri francese Jean-Marc Ayrault ha rilasciato ieri un’intervista paradossale all’emittente transalpina France’s Intern. Il Ministro del governo Hollande ha così dichiarato: “Non siamo d’accordo con quello che sta facendo la Russia nel bombardamento di Aleppo. La Francia è impegnata come mai prima nel salvare la popolazione di Aleppo” e concludendo ha aggiunto che il governo francese chiederà alla Corte Pena Internazionale un’indagine sui presunti crimini di guerra commessi dalla Russia e dall’ancora legittimo governo siriano di Assad.

Spiace deludere il politico francese, scopertosi improvvisamente idealista, che tale azione non è legalmente praticabile, perché la CPI (Corte Penale Internazionale) non ha giurisdizione sul territorio siriano, non avendo la Siria firmato la sua ratifica (così come gli Stati Uniti e Israele d’altronde). Tuttavia la palese idiozia delle dichiarazioni del Ministro francese non si esaurisce nell’impossibilità pratica di una simile azione. E’ il fatto che la Francia si faccia promotrice della difesa dei diritti umani a farci accapponare la pelle.

Giusto due giorni fa abbiamo denunciato come un bombardamento saudita abbia causato la morte di 140 civili yemeniti, violando tutte le Convenzioni di Ginevra esistenti. Ecco la Francia è uno dei principali alleati dell’Arabia Saudita in questa guerra criminale in Yemen, ma non solo. Nello scorso 2015 per ben tre volte Hollande e il premier Valls si sono recati a Ryad per rendere onori e fruttuosi contratti al regime saudita. Esattamente un anno fa venivano firmati contratti per 10 miliardi di euro, tra l’Eliseo e Ryad. Questi sarebbero andati a coprire un’ingente quantità di armi prodotte in Francia e rivendute in Arabia Saudita. Magari le bombe saudite usate l’altro ieri erano proprio “made in France”, chi lo sa?

Ma non finisce qui.

L’imbarazzante alleanza franco-saudita si è poi concretizzata il 4 marzo scorso con la consegna da parte di Hollande in persona della Legion d’onore al principe ereditario e Ministro dell’Interno saudita, Mohammed bin Nayef. Nel solo 2016 il principe saudita aveva già firmato 70 condanne a morte, di cui una venne eseguita giusto due giorni dopo la consegna del premio.

Tempismo perfetto.

Il presidente Hollande non ha pronunciato una parola per distanziarsi dagli orrori quotidiani perpetrati in Arabia Saudita, mentre per quanto riguarda i contratti sulla vendita di armi, beh, quelli vanno rispettati, anche sulla pelle dei civili yemeniti.

Se l’Arabia Saudita può essere ragionevolmente considerata un regime criminale, lo sono anche gli Stati che ne supportano le attività belliche illecite.

La Francia, dunque, non ha un profilo adatto per accusare un qualsiasi altro Stato di crimini di guerra.  

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Redazione Elzeviro.eu

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