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Bombe saudite durante un funerale in Yemen

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#GuerrainYemen

Il regime sponsor del terrorismo sunnita internazionale ha bombardato con la consueta brutalità un funerale yemenita svoltosi nella capitale Sana’a.

Come riportato sia da Saba, agenzia di notizie legata al fronte sciita yemenita, sia dallo Yemen Post, ben quattro ordigni aerei sono stati sganciati durante la cerimonia funeraria dedicata ad Ali bin Al-Ruwaishan, padre del Ministro dell’Interno del governo dei ribelli sciiti Houthi, Jalal Al-Ruwaishan.

Il bombardamento, selvaggio e disumano, ha prodotto almeno 140 morti e 525 feriti, come riferito da OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs). La coalizione saudita, non si sa però per bocca di chi, si è subito affrettata a riferire alla Reuters che loro non c’entrano nulla e che andrebbero ricercate “altre cause” per il bombardamento.

Sembra strano però che una qualche forza estranea al conflitto non ben identificata possa aver colpito guarda caso proprio la funzione in memoria di un pezzo grosso della ribellione, uccidendo per altro anche un altro nome importante della fazione sciita, ovvero il sindaco della ribelle Sana’a, Abder Qadel Hilal. Il criminale regime saudita non è poi nuovo a questi tipo di brutalità dato che lo stesso presidente dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha più volte dichiarato che la coalizione saudita, nella guerra in Yemen, ha causato il doppio delle vittime civili rispetto a tutte le altre forze messe assieme. Sul nostro giornale abbiamo poi riportato già precedenti casi dei crimini commessi dalla coalizione saudita nel territorio yemenita.

Non va certo dimenticato che la coalizione saudita, oltre a essere composta da tutti gli stati della penisola arabica (Kuwait, Qatar, Bahrein e Emirati Arabi) è apertamente sponsorizzata da Stati Uniti, Turchia, Francia e Regno Unito, complici dunque della violazione dei diritti umani.

Inoltre l’Arabia Saudita risulta essere uno dei finanziatori della campagna elettorale di Hillary Clinton per la corsa alla Casa Bianca, eppure la stessa candidata invece che prendere le dovute distanze da simili barbarie preferisce accusare il rivale Trump di sessismo (lei già moglie di marito sessista).  

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Redazione Elzeviro.eu

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