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La campagna diffamatoria di Internazionale contro Assad

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Non vi è dubbio che i droni siano l’arma più potente in mano all’Occidente. Tuttavia tali aereini telecomandati a distanze chilometriche avrebbero un effetto limitato se non fossero supportati da uno strumento altrettanto forte: l’opinione pubblica.

L’arma non violenta più efficace dei nostri giorni.

I burattinai che tessono sapientemente le trame della politica occidentale sanno benissimo che l’opinione pubblica non si crea dal nulla. Vi è dietro invece uno scientifico lavoro di manipolazione attraverso notizie distorte o completamente false riportate dai media, ormai vera e propria macchina da guerra dei potenti del nostro mondo.

Basti vedere la campagna “militare” che la rivista Internazionale sta portando dal 2011 ad oggi contro il presidente siriano Bashar al-Assad. La rivista di Giovanni De Mauro, ex giornalista de L’Unità (giusto per capire l’area politica di provenienza), ci ripete fino alla noia da 4 anni che il regime di Assad avrebbe violato più e più volte i diritti umani, torturando e uccidendo i contestatori del presidente. A prova di questo Internazionale cita Human Rights Watch, Ong dal cui sito ufficiale non traspare se effettivamente presente in Siria o meno, la quale ha ufficialmente accusato il regime attraverso un reportage dal titolo “If the dead could speak” (se la morte potesse parlare), in cui sono raccolte testimonianze di ex detenuti del regime Assad.

Il video è montato ad arte e non può che spingere lo spettatore a nutrire un sentimento di rabbia nei confronti del “macellaio” Assad. Partendo dal presupposto che si tratta di testimonianze senza prove concrete, c’è da aggiungere che dal 2011 la Siria è in piena guerra civile e come la storia ci insegna, durante un simile evento è molto difficile che i diritti umani vengano rispettati da entrambe le parti. La scorrettezza di Human Rights Watch starebbe poi nell’unilateralità di questo reportage. La stessa Ong non ha mai infatti denunciato le nefandezze compiute dai ribelli, che moderati non sono, nei confronti dei soldati dell’esercito regolare e sulla popolazione civile fedele al regime.

Le Ong sono tenute a rispettare il principio di imparzialità e Internazionale dovrebbe sottolineare come Human Rights Watch stia infrangendo questo principio.  

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Redazione Elzeviro.eu

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