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La propaganda anti Putin e i raid russi non sbloccheranno mai lo scenario siriano

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Il Capo Supremo delle Forze Armate russe, ovvero Putin, ha deciso di intensificare i raid aerei contro la coalizione anti Assad in Siria.

La decisione è stata diffusa tramite nota del dicastero russo in cui si legge: “i cacciabombardieri Tupolev Tu-22M3 dispiegati nella base di Mozdok, un gruppo aeronautico nella base aerea di Hmeimim e un sottomarino dispiegato nel Mediterraneo hanno lanciato un massiccio attacco aereo e missilistico su siti dell’Isis e di altre organizzazioni estremistiche“.

Strategia vincente? Non proprio.

Venticinque anni di fallimenti militari hanno dimostrato la totale inefficacia dei raid aerei: Kosovo, Afghanistan, Iraq, e Libia sono gli scenari fallimentari che dovrebbero far cambiare strategia alla Russia. Gli effetti collaterali dei bombardamenti con i conseguenti danni alla popolazione civile non fanno altro che aumentare il risentimento nella popolazione siriana, afflitta da quattro anni da una delle guerre più sanguinose dopo il secondo conflitto mondiale.

Un risentimento che porta facilmente a una deriva estremista e ad una crescente simpatia verso lo Stato Islamico.

Mentre dunque la Russia dovrà rivedere la sua tattica militare, dall’altra parte c’è l’imbelle coalizione occidental-turco-saudita che vaga nell’oscurità senza un obiettivo preciso, se non quello di screditare l’attore russo agli occhi del mondo. L’abbattimento illegittimo e ingiustificato dell’aereo russo da parte della Turchia e l’attacco, anch’esso illegittimo e immotivato della coalizione occidentale ai danni dell’esercito regolare siriano (che ha causato la morte di 4 soldati e il ferimento di 16), hanno dimostrato come il legame tra Isis e occidente sia più che un fantomatico complotto da tastiera.

Il Cremlino porterà anche in sede Onu delle prove schiaccianti riguardanti il traffico petrolifero in atto tra il governo Erdogan e Daesh. Putin rischia tuttavia di rimanere isolato e schiacciato dallo strapotere occidentale, che pur di fronte a eventi così esplicativi riesce a rigirare l’accusa contro il nemico.

E’ emblematico il fatto che la Russia sia stata denunciata perché i suoi attacchi sarebbero stati diretti solo per il 30% contro l’Isis, il restante potenziale bellico sarebbe stato usato per distruggere la cosiddetta “coalizione moderata” anti Assad (che sappiamo in realtà essere composta anche dal Al Qaeda e Al Nusra).

Peccato che l’autore di questa ricerca non sia altro che l’inviato speciale del presidente Barack Obama, tale Brett McGurk. Un conflitto d’interessi non da poco che cancella in un colpo solo la credibilità di tale ricerca.

L’Occidente sta dunque trascurando il conflitto siriano per dedicarsi anima e corpo ad una guerra, per ora solo mediatica e diplomatica, contro il suo vero nemico, la Russia.  

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Redazione Elzeviro.eu

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