Il mostro, se proprio dobbiamo individuarne uno, è l’Europa stessa per come la conosciamo: quel mostro burocratico guidato da un’istituzione di non eletti e che pensano, forse, che l’Europa dei popoli possa nascere semplicemnte da un’unione monetaria e da una forte bancocrazia. Quando un paese esercita le sue legittime prorogative nazionali, invocate a gran voce dal popolo e quindi con una legittimazione democratica senza eguali, l’Unione risponde minacciando di sospendere la libera circolazione di detto paese.
Ci riferiamo all’Ungheria, che ha costruito una recinzione che si sta tramutando in muro per dividere il paese dalla Serbia, da cui, seguendo la rotta balcanica, si riversano in Ungheria migliaia di disperati, ma non solo: anche l’immigrazione clandestina serba è fortissima in Ungheria. Quest’ultima è stata la primigenia ragione della costruzione del muro. Un muro, quello Ungherese, che non è né tra i più lunghi, né tra i più sorvegliati del mondo. Ci sono decine e decine di muri che dividono paesi, ma nessuno si straccia le vesti come si sta facendo per il caso del muro eretto dal governo di Viktor Orban.
I profughi, poi, che invero sono stati accolti a decine di migliaia, ma che non vogliono (essi stessi) sostare in luoghi adibiti alle loro necessità, vieppiù cercano di stare in stazione. Ecco che oggi l’Austria, dopo avere chiuso i collegamenti ferroviari col paese magiaro, le cui autostrade sono percorse altresì da colonne di profughi, ha mandato sul confine l’esercito.
La situazione è molto pressante, ma l’Unione europea, che vede l’opposizione ferrea dei paesi dell’ex blocco comunista, tra cui Ungheria e Cechia, minaccia questi paesi. Essi vorrebbero ridiscutere le percentuali di accoglienza di migranti, anche in virtù delle azioni finora perseguite, e molto onerose. L’Italia, naturalmente, si inserirebbe perfettamente in questo discorso, considerate le grandi spese di Mare Nostrum e di Tryton. E’ legittimo sedersi ad un tavolo e discutere. Meno legittime le esternazioni del lussemburghese Junker, che, dopo non essere stato rieletto nel suo paesino, ora fa la voce grossa per conto della bancocrazia, minacciando paesi e popolazioni di estrometterle dal libero scambio di Schengen.
I profughi non si comportano spesso bene, in Ungheria, come dimostra il video di cui sotto, dove, forniti di generi alimentari e di acqua, questi, che vogliono partire per Germania e Svezia, li riversano sulle rotaie della stazione di Budapest come se nulla fosse. Eppure anche in Ungheria sarebbero stati utili ad alcuni cittadini, giacché il paese magiaro sta uscendo ora da una crisi recessiva senza pari nella sua storia (e non solo, sua, naturalmente).
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