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L’Iran è il paradiso terrestre dell’anticapitalismo

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Il racconto biblico parla chiaro. Ci fu un tempo in cui l’uomo senza praticamente muovere un dito poteva usufruire dei frutti della terra vivendo in armonia con essa. La leggenda vuole collocare geograficamente l’Eden nel territorio che era dell’antica Persia, oggi compreso tra Iran e Iraq.

L’Iran pare aver mantenuto alcune caratteristiche di questo antico splendore, nonostante la stampa internazionale e i governi occidentali lo abbiano da tempo bollato come “rogue state”, stato canaglia, facente parte dell’asse del male. L’Iran è in realtà, nonostante le sanzioni, un floridissimo regime e una potentissima macchina economica e di sviluppo.

Scopriamo infatti che la nazione guidata da Rouhani ha un debito pubblico dell’11,4%, il nostro è di circa 100 punti percentuali in più, e un tasso di crescita del 3%. Tutto questo succede mentre l’Iran non può vendere titoli di Stato nel mercato dei capitali da ben 26 anni. Un quarto di secolo di blocco imposto dalla finanza occidentale non ha sicuramente tagliato le gambe agli iraniani, i quali oggi possono godere di un grosso movimento di investitori internazionali pronti a mettere soldi per questa nazione in forte crescita.

Il paradosso di tutta questa storia è che noi italiani abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo nel terrore psicologico dello spread e della mancata vendita dei titoli di Stato, fattori che hanno contribuito al rovesciamento di un governo democraticamente eletto e all’attuazione di misure che hanno depresso la nostra economia.

Tutte balle dunque.

La crescita economica non è subordinata al mercato dei titoli di Stato. Tutto terrorismo mediatico e politico. L’Iran cresce del 3% mentre nell’Eurozona non si va più forte dello 0,2%. Il Fmi ha previsto che l’Italia impiegherà vent’anni per tornare ai livelli pre crisi. Siamo dunque stati le vittime designate di una catastrofe economica diretta da alcuni criminali finanziari che hanno spostato miliardi di capitali dalle nostre tasche nelle loro, legittimando il tutto con notizie di terrorismo mediatico che hanno manipolato l’opinione pubblica.

Se volete continuare a credere allo spread e alla bontà dei mercati, liberi di farlo, ma siete scemi. Andate a Teheran e ne riparliamo.

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Redazione Elzeviro.eu

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